Quickribbon Occhio su Roccella: Romano Prodi sul web...
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

venerdì, marzo 31, 2006

Romano Prodi sul web...



Intervista a Romano Prodi

Vi racconto il mio web










Dal futuro del telelavoro alle problematiche del "file sharing", dal voto elettronico al personale rapporto con il web. In questa intervista esclusiva, Romano Prodi spiega la sua visione di Internet e delle nuove tecnologie applicate anche alla politica. E anticipa la sua visione del futuro: "La nostra prossima scommessa si chiama partito democratico. Un contenitore politico nuovo che dovrà confrontarsi con i problemi del ventunesimo secolo".

Il mondo dell’informazione in Italia è criticato da più parti. Secondo lei qual è il modo migliore per informarsi in mezz’ora al giorno per un giovane d’oggi?

"Le risorse che mette a disposizione Internet sono senz’altro straordinarie. Ognuno è figlio della propria generazione, perciò la Rete mi sembra un approdo piuttosto naturale per i giovani: si tratta di uno strumento pratico, veloce e che consente di reperire informazioni certe, a patto ovviamente che ci si rivolga a fonti affidabili.

Tuttavia, parlando di mass media, va anche compresa e tenuta in considerazione la loro specificità: per tempi e modalità di consumo ciascuno fornisce un contributo aggiuntivo, a cui sarebbe bene non rinunciare.

A dispetto del fenomeno della convergenza che, soprattutto per ragioni di accesso, non mi pare possa ancora spingere i media tradizionali in soffitta. Almeno per ora".

Internet è probabilmente la realtà che negli ultimi dieci anni è cresciuta più velocemente, innovandosi in continuazione. D’altro canto, la politica presenta gli stessi candidati di dieci anni fa. Nella sua coalizione quali sono gli elementi più nuovi, giovani, innovativi rispetto al ’96?

"La nostra scommessa per il futuro si chiama partito democratico. Un contenitore politico nuovo, vitale, che dovrà confrontarsi con i problemi che ci sottoporrà il ventunesimo secolo.

Da lì partirà anche un progetto di ringiovanimento della politica, tanto dei suoi contenuti che dei dirigenti. Certo, sarà un percorso graduale, proprio perché gestito dal basso, collettivamente, e non pianificato come di consueto all’interno delle segreterie di partito.

Dopo la sfida elettorale, accanto alla missione di governo, ci concentreremo solo su questo, chiamando a raccolta soprattutto le nuove generazioni: sarà la prima grande innovazione civile, non solo politica, del nuovo secolo".

Internet e la tecnologia offrono nuove speranze per il mondo del lavoro. Secondo lei il telelavoro è un’opportunità reale?

"E’ senz’altro una delle nuove opportunità garantite dal progresso della tecnologia, ma esprimersi in termini ultimativi mi pare piuttosto rischioso.

Si tratta di soluzioni che conosceranno ancora notevoli assestamenti, e solo quando avranno assunto un profilo più stabile potranno essere stimate
per il loro effettivo valore.

Il compito che ci aspetta, anche in questo caso, sarà quello di confrontarci con le atipicità di un mercato in continua mutazione come quello del lavoro, preservandone però le garanzie fondamentali e le forme di tutela previste.

Insomma, il precariato andrà combattuto su tutti terreni, nuove tecnologie comprese, dove spesso le prospettive di sviluppo si presentano con contorni ancora più incerti".

La legge Urbani prevede pene severe fino al carcere per chi immette in rete a “fini di lucro” musica e film coperti da copyright. Qual è la sua posizione nei confronti di questa legge? E cosa pensa del “file sharing” ovvero dello scambio di musica e di film?

"Il diritto d’autore va tutelato, su questo non c’è alcun dubbio. Riscontro però molti squilibri nella legislazione approvata dal centrodestra nel corso dell’ultima legislatura, con atteggiamenti fortemente puntivi verso alcuni tipi di reati ed un inspiegabile lassismo verso altre pratiche illecite.

Pensiamo all’atteggiamento tenuto verso chi ha mandato in rovina migliaia di risparmiatori o, addirittura, la depenalizzazione di reati come il falso in bilancio, che in America – il modello culturale e politico più volte sbandierato dal premier – viene colpito con pene durissime.

Questa contraddittorietà, che in realtà nella sua faccia più morbida nasconde la tutela di interessi precisi, non risponde all’interesse collettivo. Anche il discorso sul copyright, infatti, andrebbe affrontato all’interno di una prospettiva più ampia.

Invece di punire e basta, bisognerebbe capire come affrontare il tema dell’accesso alla cultura e all’intrattenimento, completamente ridefinito dall’avvento di Internet, in modo da ampliare il bacino degli utenti salvaguardando i diritti dei produttori.

Una discussione che coinvolga tutti i soggetti interessati è l’unico strumento per arrivare ad una soluzione equa e condivisa".

In America come in Italia Internet è un media che anche la politica ha iniziato ad usare. Lei ha lanciato, sull’onda dei candidati alla presidenza americani, il sito “incontriamoci”. Qual è stata la risposta? Avete ottenuto lo scopo che vi eravate prefissi?

"Decisamente sì. La sfida che ci attendeva, dopo le primarie, non era certamente facile: si trattava di trasformare un’ eccezionale esperienza di partecipazione in qualcosa di stabile e continuativo, in sostanza di fare un salto di qualità tale da rendere, per usare un gioco di parole, ordinario ciò che era straordinario.

Bene, ci è riuscito anche questo: migliaia di persone hanno contribuito direttamente all’organizzazione della campagna elettorale, creando numerosissime occasioni di incontro e dibattito.

Una parte del merito va attribuita certamente a Internet, che fornisce possibilità radicalmente nuove di avvicinamento e aggregazione.

Ma perché il virtuale si trasformi in qualcosa di concreto, ricordiamolo, la tecnologia non basta: servono ancora la passione, il senso civico, la
partecipazione".

La parziale introduzione dello scrutinio elettronico si porta dietro inevitabili polemiche sul pericolo brogli. Secondo lei sarà mai possibile arrivare al voto elettronico in Italia? In tal caso crede che potrà rappresentare un'opportunità per stimolare la partecipazione al voto?

"Il voto elettronico è certamente una soluzione percorribile a condizione che non vi siano margini di dubbio sulla correttezza delle procedure. C’è poi un’altra questione: mi pare un grosso equivoco ricondurre la disaffezione dei cittadini alla politica a questioni di praticità o comodità.

Il problema sta altrove. Occorre restituire la politica alle persone, fare in modo che tra il momento del voto e quello del governo non ci siano troppe mediazioni, tali per cui la partecipazione popolare finisca con l’essere un atto puramente formale.

E addolora, purtroppo, il fatto che la legge elettorale voluta dal centrodestra vada in direzione esattamente opposta".

Infine, professore, lei usa internet? Cosa fa quando naviga? Da quando? Come è cambiato in questi anni il suo uso di internet?

"Ammetto di essermi avvicinato a Internet solo da qualche anno, in coincidenza con la mia esperienza europea: ma si è trattato di un’autentica rivelazione.

Da allora trovo molto utile visitare i siti dei quotidiani stranieri, degli enti di ricerca e delle grandi biblioteche estere. Insomma, quando posso, sono un appassionato e curioso “navigatore” anch’io".



Intervista in esclusiva a Virgilio Notizie
(http://notizie.virgilio.it/storie/prodi2.html)


1 commento:

pIcIaRo ha detto...

Questa è una mail inviata da un amico medico che vive in Israele a una mia amica, credo sai interessante...



Verso le sette e mezza di mattino una simpatica
conduttrice televisiva di programmi del mattino ha
letto quella bella notizia secondo cui b. ha detto che
i cinesi(comunisti ovvio) bollivano i bambini morti per
concimare le terre.....
Non dico che ha suscitato ilarita` o stupore perche` e`
ovvio,dico che il co-conduttore ha commentato che un
primo ministro dovrebbe vergognarsi di infangare il buon
nome del proprio paese con cazzate (bullshit ) del genere
e che neppure la feccia politica israeliana riuscira` mai a
scendere sotto livelli cosi` bassi.
Pensavo tra me e me,meno male che a quest`ora ci saro`
solo io che ascolto il programma e invece con mia grande
sorpresa ieri sera in una riunione di amici sono stato fatto
segno di lazzi in quanto italiano ....
Vi prego il giorno del voto pensate anche a me e se mi
volete solo un po` di bene,non votatelo!

Giancarlo