Quickribbon Occhio su Roccella: settembre 2005
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

venerdì, settembre 30, 2005

Studenti in SCIOPERO!

Roccella Jonica, gli studenti dello scientifico in sciopero per la carenza delle aule

ROCCELLA JONICA ­ Gli alunni del Liceo Scientifico di Roccella Jonica sono in sciopero per la carenza di aule. Ciò che avevamo preannunciato si è quindi avverato. Infatti, la situazione logistico ed edilizia dell'edificio che dovrebbe ospitare i discenti della nota scuola, diretta dalla preside Maria Carmela Ferrigno, è veramente difficile e, a detta degli stessi alunni "catastrofica". In un volantino diffuso dagli studenti in sciopero si legge: "Sembra assurdo nel XXI secolo ma è proprio così visto che mancano le aule. Si parla tanto di centralità dello studente e poi non gli è consentito, nemmeno, avere un luogo dove fare scuola.
Pensavamo che i doppi turni fossero ormai un ricordo del passato invece sono tornati attuali proprio in una cittadina moderna come Roccella Jonica".
"Non siamo così ingenui da pensare che il nuovo liceo, i cui lavori sono ancora in alto mare ­ precisa la nota dei dimostranti ­ possa essere consegnato il 13 o il 30 ottobre. Conoscendo la lungaggine delle opere pubbliche in Calabria siamo sicuri che passerà ancora moltissimo tempo. Per questo motivo chiediamo una soluzione alternativa da subito e ci rivolgiamo alle forze politiche e istituzionali della città e della Provincia di Reggio perché si trovi subito una soluzione".
"Dimostriamo di essere uniti e compatti - sostengono gli studenti - affinché vengano tutelati i nostri diritti più elementari come, appunto, quello di avere aule dove studiare al mattino, come tutti gli studenti italiani".
"Anche perché il liceo come il nostro è frequentato - hanno infine concluso ­ da pendolari provenienti da tutto il comprensorio e, dunque, vogliamo studiare in condizioni tranquille come dovrebbe succedere in un paese normale".
E' bene anche pensare, effettivamente, alle carenze di collegamenti che caratterizzano la zona per comprendere che gli studenti hanno sacrosante ragioni per evidenziare e manifestare il loro disagio. Vedremo nei giorni a venire se qualcosa muterà favorevolmente o se persisterà la difficile situazione. Pertanto, non resta che seguire l'evolversi della situazione.


Giuseppe Cavallo



lunedì, settembre 26, 2005

All About Jazz sul Festival di Roccella!


Recensione live


Roccella Jazz Festival 2005
Rumori Mediterranei
Roccella Jonica (RC) - 24-27.08.2005



Libero Farne'

Dopo aver distribuito cinque concerti in altrettante localita', a partire da Reggio Calabria, la venticinquesima edizione del Roccella Jazz Festival si e' concentrata a Rocccella Ionica dal 24 al 27 agosto. Il palinsesto era estremamente lineare. Nel pomeriggio, presso l'Auditorium Comunale, sono state proposte esperienze che intrecciavano il jazz ad altre forme espressive: la poesia, la danza, il teatro, il cinema. Le quattro serate all'aperto nel capiente Teatro al Castello comprendevano invece due concerti: a un primo set prettamente jazzistico, ne seguiva un secondo con nomi di grande richiamo, prevalentemente estranei al jazz, che hanno favorito un'enorme affluenza di pubblico. Ha fatto eccezione la serata conclusiva, che ha privilegiato lo spettacolo (Paolo Rossi con Gianmaria Testa e la Michael Nyman Band) a scapito del jazz.

Una logica espositiva di questo tipo, da anni perseguita dal direttore artistico Paolo Damiani, si basa sulla ferma convinzione che oggi e' piu' opportuno approfondire i momenti di convivenza, confronto ed interferenza fra jazz ed altri generi, piuttosto che continuare a mettere in evidenza l'autonomia e l'originalita' espressiva di questo linguaggio musicale. Al medesimo criterio risponde la collaterale organizzazione di laboratori di fotografia, cinema e teatro, oltre che di musica.

Fra i concerti di ambito extrajazzistico, quello di Noa e' stato il piu' trascinante ed anche il piu' in sintonia con quell'intreccio culturale che e' l'assunto di Rumori Mediterranei (come da anni viene sottotitolato il festival). La duttilita' e la sensibilita' vocale le hanno permesso di interpretare con grande comunicativa e partecipazione i successi di varie provenienze culturali: hit del pop americano, cadenze latine, canzoni partenopee e, ovviamente, melodie della tradizione mediorientale si sono concatenate con naturalezza. La cantante israeliana, oltre cha dai fidi Gil Dor e Zohar Fresco (chitarra e percussioni), e' stata perfettamente coadiuvata dal guizzante dinamismo del gruppo napoletano Solis String Quartet. Come ospite speciale e' intervenuto Nicola Piovani, proponendo alcuni dei suoi temi piu' noti, gran parte dei quali integrati da testi elaborati dalla cantante.

Il concerto di Michael Nyman ha confermato che oggi la sua musica e la sua band hanno perso in parte l'irreprensibile puntigliosita' di un tempo per acquistare una maggiore umanita'; se la visionaria lucidita' di queste combinazioni minimali derivava da una geometrica perfezione esecutiva, l'impatto dei collettivi attuali si avvale di una maggiore partecipazione emotiva. Gli orchestrali, per lo piu' collaboratori del compositore da lunga data, non agiscono come macchine, ma come interpreti che danno il loro contributo con sonorita' particolari e timbri sforzati, a costo magari di qualche sbavatura.

Scontata la presa sul pubblico di un indiavolato Paolo Rossi, in coppia con il cantautore Gianmaria Testa, mentre, imprevedibilmente, non altrettanto successo ha ottenuto il progressive rock energico e ben arrangiato, paradigmatico e quasi antologico del quintetto di John Greaves, ex membro degli Henry Cow.

Nonostante la programmatica trasversalita' del festival (ed e' pur vero che una pronuncia di derivazione jazzistica era qua e la' percepibile negli accompagnatori di Noa, Testa e Greaves), il successo di Noa, Nyman e Paolo Rossi rende inevitabile qualche interrogativo. Sotto il profilo del richiamo e dell'impatto sul pubblico il jazz di oggi puo' reggere il confronto con altri generi di spettacolo? Nel mondo del jazz esistono nomi che potrebbero calamitare e soddisfare un pubblico altrettanto numeroso? Se si' con cachet maggiori o minori? Inoltre un festival cosi' concepito sarebbe piu' opportuno omettere la parola "jazz" dalla sua denominazione, oppure il termine ha ancora un valore identificativo?

Diverso e' il discorso sugli appuntamenti pomeridiani che, puntando su quella predisposizione all'apertura e al confronto che il jazz ha dimostrato in tutta la sua storia, hanno proposto alcuni incontri interdisciplinari coraggiosi, impegnativi e, alla prova dei fatti, piu' che convincenti. Decisamente esilarante la versione di Pierino e il lupo data da Ivano Marescotti in stretto dialetto romagnolo, con Stefano Bollani impegnato a improvvisare sul pianoforte le parti orchestrali scritte da Prokofiev. La quasi totalita' degli spettatori (e lo stesso partner sul palco) non ha capito una sola parola della recitazione dialettale di Marescotti, ma, oltre alla notorieta' del testo, la mimica, l'ironia, le inflessioni della voce hanno reso pienamente godibile la performance. Da parte sua Bollani, brillante per fantasia, verve e tocco (quel tocco e quella diteggiatura che lo rendono uno dei grandi virtuosi odierni della tastiera), ha creato l'ideale commento musicale.

Il connubio fra jazz e danza e' stato rinnovato da Virgilio Sieni e Louis Sclavis, che fra l'altro in gioventu' e' stato anche danzatore. Le linee sonore e coreografiche da loro intrecciate sono state prevalentemente ideogrammatiche come un alfabeto orientale, ora spigolose e artefatte, ora piu' morbide e naturali, a volte ostiche, ma sempre in sintonia fra loro e mai banali. Come definire questa ricerca di un codice rigoroso, forse un po' involuto in una dimensione privata, che sembra voler dare una trasfigurazione estetica ad una quotidianita' rituale e nevrotica?
Per una delle tante produzioni originali del festival Cipri' e Maresco hanno concepito Inventario siculopalermitanesco, un percorso filmico in cui, secondo la loro visione cinica e grottesca, si intrecciano riprese attuali a spezzoni d'epoca inediti. Personaggi e contesti socio-ambientali tipici dei due registi palermitani sembrano mettere in evidenza come il degrado di un tempo si sia incancrenito e saldato con quello, forse ancor piu' deteriore, di oggi. Salvatore Bonafede e Enrico Rava hanno sottolineato alcune fasi della pellicola in buona sintonia ritmica e poetica con esse.

Stretta connessione fra linguaggi diversi anche in uno dei progetti speciali della sera, quando la musica di Paolo Damiani, eseguita dal suo quartetto (Javier Girotto, Bebo Ferra e Danilo Rea, oltre al leader), ha sostenuto un adattamento di alcune novelle delle Mille e una notte, recitate da Arnoldo Foa' e Lella Costa. Baghdad e Bassora, localita' che le vicende recenti hanno reso tristemente famose, hanno emanato ben altri profumi e riflesso ben altra luce in queste fiabe inanellate dalla fantasia di Sherazade con grande seduzione e potere salvifico. Alla recitazione dei due attori, piana e, appunto, favolistica, ha fatto riscontro una dimensione musicale avvolgente e sospesa, di suggestivo melodismo, in cui hanno trovato un'opportuna rivisitazione anche composizioni gia' note di Damiani, nonche' motivi dall'omonima suite sinfonica di Rimskij-Korsakov.

Fra le proposte piu' strettamente jazzistiche hanno spiccato due duetti. Grande senso ritmico e melodico, buon gusto e insinuante intreccio hanno caratterizzato, come sempre, la reinterpretazione di successi del pop di ieri e di oggi da parte del collaudato duo Danilo Rea - Enzo Pietropaoli. Quasi una prima assoluta invece l'incontro fra Enrico Pieranunzi e Louis Sclavis. Composizioni fortemente contrastate, dell'uno o dell'altro, ora arcigne ora danzanti, hanno avviato un'improvvisazione tumultuosa, densa di umori e di invenzioni spericolate. Ha fatto un estremo piacere vedere il nostro pianista muoversi con grande autorevolezza ed inventiva su un terreno che non e' fra i suoi piu' abituali.

Nell'ambito dell'etno-jazz attuale l'etichetta Egea rappresenta quella sensibilita' tipicamente italiana, che nelle esperienze musicali del passato e' riconoscibile anche nell'approccio di personaggi diversi come Respighi e Umiliani, Morricone e Murolo. Vale a dire un atteggiamento creativo in cui il riferimento popolaresco viene rielaborato, complicato ed ingentilito, acquisendo un tono pittoresco e arguto, a volte nostalgico e ridondante. Tutto questo, e non solo, era racchiuso nella produzione originale curata per l'Egea Orchestra da Germano Mazzocchetti, fisarmonicista, compositore ed arrangiatore di lunga esperienza. Le sue orchestrazioni dinamiche ed incisive, lontane da un compiaciuto edonismo, hanno cucito con sapienza le parti collettive e quelle solistiche. Certo Mazzocchetti ha potuto fare affidamento su un tentetto di tutte stelle della scuderia Egea, fra le quali hanno avuto modo di brillare in modo particolare Pietro Tonolo, Enrico Pieranunzi, Fulvio Maras e soprattutto uno strepitoso Gabriele Mirabassi.




Il Testo originale tratto da all about Jazz.com

domenica, settembre 25, 2005

Quando i diritti vengono violati...


Ecco il post sul blog (di qui il linguaggio
colloquiale) di Paolo Zocchi, dirigente della
Margherita, sul caso Yahoo.

Ebbene sì. Io faccio un unico gioco: mai fatto un
solitario, un tetris o altre cosette di questo tipo.
Il mio debole sono le Crossword in inglese su Yahoo!.
Bene, con grande rammarico, però vi annuncio che da
ora in poi, per un mese, non aprirò più il portale di
Yahoo!
Come sapete l'azienda americana (per la precisione
Yahoo! Holding Ltd, di Hong Kong) ha obbedito in modo
rigido ai diktat cinesi, ma soprattutto ha contribuito
a passare al governo di Pechino dati e informazioni
necessari per rintracciare internauti oppositori
(molto blandi perlaltro) . In particolare questo è
avvenuto con l'arresto della giornalista Shi Tao: la
sentenza di condanna (sembra di dieci anni).
Sul sito di Reporters Sans Frontieres si trovano tutte
le ulteriori informazioni. Vi invito a leggere anche
il sito di Asianews, in cui si annuncia il
boicottaggio di Yahoo! da parte di molte
organizzazione umaniotarie internazionali.
E noi bloggers? Vogliamo lanciare una campagna per far
capire a Yahoo che si tratta di un gioco scorretto?
Vogliamo chiedere ad alta voce la liberazione di Shi
Tao?
Come individuo, come presidente dell'Osservatorio ICT
della Margherita, come Unarete, io parto.
Adinolfi e altri amici di Caramanico, margheritini, ma
anche amici dei DS di RC e tutti gli altri partiti;
smanetattori, associazioni e affini, spero che anche
voi possiate raccogliere questo appello e farlo
diventare un po' più grande di quello che io posso.


Vi consiglio anche per approfondire gli articoli di Riccardo Staglianò su Repubblica
e di Franco Crlini su L'Espresso.

Inoltre da punto-informatico.it:

Peacelink: Yahoo ha violato i diritti umani
La storica associazione per la pace e i diritti dell'individuo condanna con fermezza la pesantissima sentenza contro il giornalista cinese Shi Tao e chiede agli utenti di boicottare subito i servizi di Yahoo!

Cina, la figuraccia di Yahoo!
Rischia un vero flop nelle relazioni internazionali: il portalone avrebbe agito di concerto con le autorità cinesi per individuare un cyber dissidente, poi sbattuto in galera per dieci anni