Quickribbon Occhio su Roccella: OMICIDIO FORTUGNO/ Unanime soddisfazione
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

mercoledì, marzo 22, 2006

OMICIDIO FORTUGNO/ Unanime soddisfazione

CATANZARO. "Adesso vanno individuati i mandanti. Tutti hanno diritto di sapere la verita' fino in fondo, in primo luogo la famiglia. Per cui chiunque ritiene di conoscere qualcosa che va al di la' di quello che gli inquirenti hanno appurato fino a oggi, dovrebbe avere il dovere civico di parlarne con i magistrati". Cosi' il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero in merito agli sviluppi delle indagini sul delitto del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno. "Gli arresti effettuati, l'individuazione dei presunti sicari, sono un primo e importante passo - aggiunge Loiero - e mi auguro che presto venga chiarito tutto il contesto di un delitto che ha atterrito il Paese. Quello intanto raggiunto e' un risultato importante, in una realta', ancora ieri sconvolta dal delitto di un giovane calciatore, dove in diciotto mesi si sono consumati 28 omicidi, quasi tutti rimasti impuniti. Il merito della svolta e' di coloro, inquirenti e magistrati ma anche del ministro Pisanu e del prefetto De Sena, che hanno lavorato senza farsi in alcun modo condizionare da ansiose aspettative, dando risposte concrete alle domande di verita' provenienti da tutto il Paese". Per il presidente della Calabria "e' necessario dare segnali efficaci come questo. Perche' solo restituendo alla gente fiducia nelle istituzioni sara' piu' facile avviare quell'opera di bonifica civile della Locride, un territorio in cui esistono bisogni ed esigenze che attendono da molti anni di essere soddisfatti". "Ora l'assassino di Franco Fortugno e i suoi complici hanno un volto, hanno nome e cognome e, soprattutto, non possono offendere la vita di altre persone innocenti", ha detto dal canto suo il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova. "Il lavoro delle forze di polizia, dei nuclei di intelligence e della magistratura - aggiunge Bova - ci consegna questo primo, importantissimo risultato. A loro va il nostro sincero apprezzamento e ringraziamento. Su questa strada occorre procedere di lena perche' la verita', tutta la verita' sull'assassinio del vice presidente del Consiglio regionale Franco Fortugno, emerga in tutti i suoi aspetti. In questi mesi la Calabria onesta e' stata capace di intraprendere, contro la 'ndrangheta e le sue azioni delittuose, iniziative sistematiche e senza precedenti, a tutti i livelli, assumendo a simbolo il coraggio dei ragazzi di Locri. Questo primo risultato riguardo gli esecutori materiali del delitto Fortugno deve essere uno stimolo forte per continuare senza pause ne' tentennamenti, perche' i responsabili di altri efferati delitti, a cominciare dagli assassini del giovane calciatore Cotroneo, vengano individuati e perseguiti e, infine, perche' diventi sempre piu' efficace l'azione di contrasto anche attraverso il sequestro prima e la confisca dopo dei beni illecitamente accumulati. Su questa grande priorita' della democrazia calabrese - conclude Bova - il Consiglio regionale continuera' ad operare con impegno e come un sol uomo, cosi' come ha saputo fare fino ad oggi". "E' un giorno importante per la Calabria e la democrazia italiana" ha affermato Marco Minniti, responsabile Sicurezza e difesa della direzione nazionale Ds. "Avere assicurato - afferma Minniti - alla giustizia gli assassini di Franco Fortugno e' la svolta che aspettavano da 157 giorni". "Speriamo ora - prosegue Minniti - che si possa rapidamente giungere a chiarire tutti gli aspetti di un omicidio di fronte al quale la Calabria si e' ribellata innescando un circolo virtuoso che spero duri a lungo conseguendo risultati decisivi per il futuro di questa terra". "Grazie di cuore a magistrati e forze di polizia che hanno ottenuto un cosi' brillante successo". Il Presidente della Camera dei deputati, Pier Ferdinando Casini, ha espresso al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e al Capo della Polizia, Gianni De Gennaro, "il piu' vivo compiacimento per l'operazione che ha portato all'arresto dei responsabili dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Franco Fortugno. E' un successo - prosegue Casini - che testimonia l'intensa e continua attivita' di contrasto alla criminalita' organizzata che occorre proseguire con determinazione per riaffermare i valori di legalita' dello Stato". "L'operazione e' appena iniziata ma e' comunque di straordinaria importanza. E' lo Stato che sa reagire". Cosi' il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, presente, oggi, alla manifestazione nazionale di Libera, commenta la notizia degli arresti dei presunti assassini del vicepresidente della regione Calabria. Per il procuratore Caselli resta pero' "un punto dolente, decisivo, quello della scissione dei legami tra mafia e politica. Se non si interviene su quello i successi investigativi non bastano". Caselli ha, infine, sottolineato l'importanza nella lotta alla mafia della risposta della societa' civile "come sta avvenendo oggi a Torino". "L'arresto degli assassini di Fortugno costituisce la riprova dell'efficienza e della capacita' delle forze dello Stato impegnate con determinazione e rigore nonostante le polemiche e le illazioni che pur hanno scandito tutta questa fase delle indagini". Lo sostiene il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino. "L'arresto - aggiunge - appare l'esito di un'attivita' di grande professionalita', condotta nel piu' assoluto riserbo, andata avanti in maniera implacabile verso gli obbiettivi prefissi. Lo Stato, ancora una volta, ha dimostrato di essere piu' forte della criminalita' dando cosi' risposte tranquillizzanti non solo ai "giovani di Locri", ma a tutti i calabresi onesti che nello Stato credono ed hanno fiducia. E segnali imponenti che la fiducia sarebbe stata ripagata si videro sin dall'inizio di questa terribile vicenda, quando un forte spiegamento di forze venne impiegato dal governo in Calabria per collaborare con la magistratura reggina che ha dato prova, ancora una volta, di straordinaria sensibilita' istituzionale, di sobrieta' e grande competenza, ben consapevole che la segretezza e' arma efficacissima in questo genere di indagini". "Il procuratore di Reggio Calabria Antonino Catanese, supportato dal procuratore Pietro Grasso, deve chiedere scusa ai calabresi tutti per avere definito, soltanto pochissimi giorni fa, deprecabili "i toni e i contenuti" delle mie dichiarazioni in base alle quali aveva comunicato ufficialmente che anche le pietre conoscevano killer, basisti e mandanti del delitto Fortugno. Oggi scoprono a distanza di pochissimi giorni dalle mia dichiarazioni il killer e i basisti, mentre mancano ancora i mandanti che peraltro sono la parte fondamentale per scoprire cio' che si nasconde dietro questo omicidio". E’ quanto ha detto il vice presidente della Commissione parlamentare antimafia Angela Napoli, di An, dopo l'operazione della polizia che oggi ha portato all'arresto degli esecutori materiali dell'omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso il 16 ottobre scorso al seggio allestito a Locri per le primarie dell'Unione. "Ora - aggiunge la Napoli - si cerchino mandanti e movente del delitto. Da queste risultanze l'omicidio di Fortugno viene giustificato come un omicidio di mafia nato all'interno di una guerra tra cosche. Ma, se tutto rimane cosi', viene data un immagine distorta dello stesso Fortugno. Perche' non potrebbe che essere parte integrante di una guerra tra cosche e quindi parte integrante di una cosca. E non mi pare che sia cosi'". "Oggi, nell'ambito delle indagini sul caso Fortugno, si e' fatto un importante passo in avanti, per questo vorrei esprimere un plauso ed un ringraziamento alle forze dell'ordine, agli inquirenti impegnati da mesi e al Ministro degli Interni". Lo ha affermato, in una nota, il vice ministro alle Infrastrutture, Mario Tassone, vice segretario vicario dell'Udc, secondo il quale "spero che ora si possa costruire l'intera verita' su un caso che ha segnato profondamente la vita istituzionale e politica della Calabria".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Due considerazioni:
1 Certo è un'ottimo risultato la cattura degli assassini, ma senza sapere il movente resta sempre un omicidio anomalo.
2 Chi sono i mandanti? E se non ci sono ancora come fà il procuratore Grasso a sostenere che non è un omicidio politico e che il Fortugno non aveva niente a che fare con i Cordi'?
Credo che ci siano ancora troppe ombre e credo anche che qualcuno degli inquirenti dovrebbe scusarsi con l'On. Angela Napoli.

the saint ha detto...

E' chiaro che la soddisfazione è grande, intanto ci sono gli esecutori, e se non altro non resterà un mistero completo.
Per quanto riguarda le dichiarazioni del procuratore Grasso credo che lui saprà molte più cose di noi non credi?
Fino ad ora non si erano esposti così tanto quindi è probabile che il pentito che ha aiutato gli inquirenti nella cattura degli esecutori materiale, abbia parlato anche di mandanti e si stia aspettando solo il momento giusto.
Voglio credere questo.
Le ombre è vero sono tante, speriamo solo che non venga strumentalizzato anche l'arresto di queste persone e che non succeda come spesso accade che queste persone dopo qualche mese siano libere di camminare a Locri anche dopo l'uccisione di uomo che non si è voluto piegare allo strapotere della mafia.