Quickribbon Occhio su Roccella: 2006
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

mercoledì, novembre 22, 2006

Basta con i Politici Roccellesi... ci fosse Bivona...







Basta con i soliti politici Roccellesi, i Sisini, i Bombardieri, gli Ursino, i Mazzaferro, i Commisso, ci vuole un vero RIVOLUZIONRIO!!!

Per risolvere i problemi di Roccella ci vuole uno come Giovanni Bivona!!!



IO PROTESTO CON GIOVANNI BIVONA!!!

martedì, ottobre 31, 2006

Chisti Simu (Intervista Reggio Calabria a tifoso reggino...)

Intervista con sottotitoli...

venerdì, ottobre 13, 2006

A fare bene il propio lavoro non si sbaglia mai!

E' forse il paradosso più crudele; far bene il proprio lavoro, con passione, discernimento e rischiare però di finire in galera, ma in Calabria si sa la crudeltà sembra esser diventata legge...

E' questa la frase con cui inizierei la mia favola se dovessi scrivere un libro sulla storia, o forse è meglio dire sull' incubo, di Guglielmo Genovese.
Ha ragione il giornalista del Quotidiano della Calabria a iniziare il suo articolo così: "Dalle stelle alle stalle, per poi ritornare su su, fino a sfiorare il cielo."
Guglielmo Genovese è, come lo definirebbe Lucarelli nei suoi libri, una PERSONA PERBENE, un professore-archeologo che tre anni fa, in seguito alla scoperta accidentale d' un insediamento preistorico d' epoca neolitica, ha dovuto subire un' enorme ingiustizia!
Questa è la storia di chi in Calabria tenta di fare bene il proprio lavoro di contribuire attivamente alla crescita della sua regione a tutti i livelli e puntualmente si ritrova i bastoni tra le ruote, muri enormi, porte chiuse e calci nel culo...
L'ho sempre detto e chi mi conosce lo sa bene, noi che viviamo fuori dalla Calabria ci sentiamo forse esuli, ma chi decide di restare a vivere, metter su famiglia, lavorare non fa una scelta semplice e soprattutto fa quella che io definisco una SCELTA CORAGGIOSA!
Ed è questo che ha avuto Guglielmo, coraggio, a mettersi contro chi ha cercato di intralciare o forse meglio sabotare la sua scoperta, chi gli ha puntato il dito contro dipingendolo come un LADRO e IMBROGLIONE!

Oggi dopo tre anni IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, Guglielmo Genovese ha spezzato il dito che tentava di sporcare la sua carriera e rimane un professionista affermato, e ci dimostra che anche in Calabria a fare bene il proprio lavoro non si sbaglia mai!







Qui sotto una serie di articoli apparsi sui quotidiani che descrivono molto bene la vicenda umana e giudiziaria del Prof. Genovese.


Articolo Gazzetta del Sud


Articolo La Provincia


Articolo Il Quotidiano della Calabria

lunedì, settembre 25, 2006

7° Meeting Nazionale della Solidarietà



L’A.N.P.AS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), in collaborazione con il Comitato Regionale Anpas Calabria, presenziato dal dott. Salvatore Valerioti, promuove il 7° MEETING NAZIONALE DELLA SOLIDARIETÀ che si svolgerà dal 27 settembre al 1 ottobre, nella Locride, precisamente nei Comuni di Siderno, Marina di Gioiosa Jonica e Locri (RC).

Saranno coinvolti circa 200 volontari provenienti da tutta Italia. Dopo Firenze, Genova, Modena, Cagliari, Torino e Padova, l’ormai consueto ed atteso appuntamento annuale si sposta per la prima volta nel sud; mostre, dibattiti, seminari, convegni, corsi di formazione in un’area particolare, la Locride, dove il Volontariato puo’ agire come potente moltiplicatore di solidarietà sociale.

La Pubblica Assistenza della piana di Gioio Tauro che si sta muovendo attivamente per la realizzazione della suddetta iniziativa è la P.A. San Giorgio Soccorso di San Giorgio Morgeto di cui è Responsabile la dott.ssa Nicoletta Rossi, nonché Responsabile Regionale di Protezione Civile Anpas.

Il Meeting rappresenta un punto d'incontro e di conoscenza per quanti operano nell'Anpas attraverso l'interscambio di esperienze, la promozione della solidarietà e del volontariato, la raccolta di consensi e di nuove progettualità, la discussione di tematiche sociali, creando opportunità per tutti coloro che intendono entrare nel mondo delle Pubbliche Assistenze; insomma un’iniziativa che ha sempre coinvolto l’intera cittadinanza contribuendo al rafforzamento di quella invisibile, ma fortissima rete di rapporti umani e sociali che è alla base del nostro movimento.

Sul lungomare di Siderno sarà allestito un campeggio per i Volontari delle Pubbliche Assistenze, con tende della Protezione Civile, PMA (Punto Medico Avanzato), Segreteria e Cucina da Campo, all’interno del quale sarà garantito il pernottamento e i pasti.

Si svolgeranno, per la prima volta a livello nazionale, le “SOCCORSIADI” , si tratta di simulazioni di soccorso sanitario a cui parteciperanno gli equipaggi dei Comitati Regionali Calabria, Liguria, Lombardia, Marche,Piemonte e Toscana a confronto. Non sarà una vera e propria gara, quanto un momento di formazione e di coordinamento, un’occasione per mettere in evidenza le differenze e iniziare a lavorare su standard comuni nel trasporto sanitario.

Sono stati inoltre programmati dei moduli di Protezione Civile con visita guidata a Soverato, 6 anni dopo l’alluvione e il corso di formazione "L'Anpas nella Progettazione Sociale", promosso dalla Commissione Aree di Sviluppo, in collaborazione con UniTS (Università del Terzo Settore),

Venerdì 29 settembre sarà inaugurata a Locri la Mostra “Storie nella Storia La Solidarietà dall’Ottocento al Duemila attraverso le immagini delle Pubbliche Assistenze presso il Palazzo Nieddu del Rio. La Mostra espone le immagini storiche a testimonianza dell’impegno sociale delle Associazioni Anpas in 102 anni di storia. Partendo dalla metà dell’800 illustrano la presenza delle Pubbliche Assistenze nei grandi eventi calamitosi: epidemie, terremoti, alluvioni, incendi. E poi nel soccorso, nell’assistenza ai più deboli, nel ruolo di organizzazioni che aggregano i cittadini. Una sezione della mostra è dedicata ai mezzi di soccorso: dalla prima barella a mano alle ambulanze più moderne. Un’altra alla presenza delle donne nelle Associazioni, mentre una serie di documenti testimonia il percorso e la nascita della Federazione Nazionale.

Sabato 30 settembre è previsto il convegno "UN PATTO SOLIDALE PER UNA CRESCITA COMUNE Nuove Risorse per il Sud" presso il Grand Hotel President a Siderno.

La Manifestazione Nazionale dei Volontari si svolgerà invece domenica 1 ottobre a Locri. I volontari sfileranno per le vie della città di Locri, con la partecipazione dei Rappresentanti di Regioni, Province e Comuni che parteciperanno con i loro gonfaloni, fino ad arrivare in Piazza dei Martiri.

Il Meeting prevede la presenza di Livia Turco (Ministro alla Salute), Cristina DE LUCA, (Sottosegretaria Ministero della Solidarietà Sociale con delega al Servizio Civile), Vilma MAZZOCCO, (Portavoce Forum Terzo Settore), Doris LO MORO (Assessore Regionale Tutela della Salute, Politiche Sanitarie e socialee della Calabria), Giuseppe GUZZETTI (Presidente ACRI Associazione Casse di Risparmio e Fondazioni di Origine Bancaria), Luigi BULLERI (Coordinatore Consulta Permanente del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore), Luciano SQUILLACI, Presidente Centro Servizi Volontariato I Due Mari (Reggio Calabria), SALVATORE VALERIOTI (Presidente del Comitato Regionale Anpas Calabria), Fausto CASINI (Presidente Nazionale Anpas), Luca COSSO (Vicepresidente Anpas), Rosy BINDI (Ministro Politiche per la Famiglia), Pietro FUDA (Senatore della Repubblica), Nuccio IOVENE (Senatore della Repubblica), Maria Teresa LAGANA’ FORTUGNO (Deputato della Repubblica), Mons. Giancarlo BREGANTINI (Vescovo di Gerace e Locri), Don Pino DE MASI (Vicario Generale Diocesi di Oppido Palmi e Referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro).



martedì, agosto 01, 2006

grazie... una prima VITTORIA!

Quando ho deciso di segnalare l'iniziativa del FAI "I luoghi del cuore" e di invitare le persone a votare IL MARE E LA SPIAGGIA DI ROCCELLA IONICA, non mi sarei mai aspettato di ottenere un risultato concreto, come molte cose l'avevo fatto per un problema di coscienza...


Oggi invece sul sito dell'Ansa ho visto i primi risultati e non nascondo lo stupore nell'aver trovato anche la nostra ROCCELLA!!!

Cito testualmente:



Tra i vari luoghi segnalati vi sono tratti di costa quali la Baia dei Turchi, a Otranto, uno dei pochi angoli di spiaggia rimasti incontaminati sul litorale adriatico salentino (una piccola insenatura di sabbia finissima circondata da una parete di roccia calcarea e una macchia mediterranea selvaggia), cosi' come la spiaggia della Pelosa a Stintino, una delle spiagge piu' belle della Sardegna, o la Cala Azzurra dell'Isola di Favignana a Trapani con la caratteristica sabbia rosa, la spiaggia dei Conigli a Lampedusa, quella di Roccella Ionica in provincia di Reggio Calabria.


Che dire... solo GRAZIE A TUTTI GLI AMICI che hanno diffuso quella mail scritta in un pomeriggio afoso a Siena, uno di quei pomeriggi in cui per noi, giovani emigrati, Roccella si trasforma da paese in sogno, qualcosa di fantastico che non puoi mai dimenticare perchè tatuato nel cuore... GRAZIE!!!







(per chi non l'avesse ancora fatto il sito per votare è http://www.iluoghidelcuore.it/)

martedì, luglio 11, 2006

Festival Jazz Rumori Mediterranei

Come ogni anno, ormai, il Festival Jazz è la manifestazione più importante dell'estate roccellese e da molti anni, segna il culmine e il punto massimo, di una stagione turistica che spesso, purtoppo, non è all'altezza delle aspettative dei turisti che vengono in vacanza nelle nostre zone.
Vogliamo quindi darvi delle indicazioni riguardanti questo evento, visto le richieste pervenuteci.
Il festival, giunto alla sua 26° edizione, si svolgerà dal 17 al 26 Agosto, e partirà dall'Arena dello Stretto di Reggio Calabria il 17, per passare poi il 19 a Locri, il 20 a Gerace, il 21 a Siderno e il 22 a Martone, prima delle serate più importanti e conclusive che si svolgerano nell'incantevole scenario del Teatro al Castello di Roccella e raggiungerà il suo culmine con l'esibizione il 26 Agosto di Sergio Cammariere, con uno spettacolo voce e piano.
Un programma, purtoppo, con un profilo minore rispetto alla scorsa edizione, quella del ventecinquesimo anno, ma che di certo, non deluderà le migliaia di appassionati che si daranno appuntamento ancora una volta a Roccella per il Festival, che, anche quest'anno, avrà la direzione artistica di Paolo Damiani e sarà intitolato BLUE LOCRIDE.
Per una completa visione degli eventi potrete consultare il sito del Festival jazz e scaricare l'intero programma.

Siam campioni del mondo, siam campioni del mondo

E' ancora forte l'emozione della scora notte! Mentre scrivo sento un brivido risalire lungo la schiena.
Riecheggia ancora forte un ritornello nella testa po po popopoooooo siam campioni del mondo, siam campioni del mondo!!!
Qualcosa di unico ed indescrivibile.
Per noi, nati nell'82, sembrava una sensazione che non avremmo mai vissuto, sembrava una "maledizione" continuare a vedere l'urlo di Tardelli.
Finalmente anche la nostra generazione ha vissuto il suo "delirio"!!!!
Forse parole forti, ma è questa una delle gioie più belle che ho provato in questi ultimi anni, ma credo che molti, come me, hanno provato lo stesso sentimento.
Ho riscoperto, o forse dovrei meglio dire scoperto, la gioia di ESSERE ITALIANO, la gioia di cantare l'inno di Mameli, ridere, gridare, gioire con perfetti "fratelli sconosciuti", che non avevo mai visto fino ad allora, e probabilmente non rivedrò mai più.
La voce stenta ancora a ritornare, ma l'emozione di quella Coppa fa dimenticare tutto.
Undici giocatori in campo ed una intera nazione a sostenerli, cadere nello sconforto per lo svantaggio iniziale, per poi liberarsi in un unico urlo al momento del pareggio, ed infine restare in apnea per dieci interminabili minuti al momento dei calci di rigore.
E poi...........e poi è finita, è finita, è finita, è finita,come direbbe il buon Marco Civoli, siamo campioni del mondo, e lo resteremo per sempre.
Tutti in strada a gioire, tutti in strada a sentirsi fieri di essere italiani, e per una notte ci dimentichiamo della crisi economica, dei problemi politici o di quelli istituzionali, per una notte siam campioni del mondo, siam campioni del mondo e nessuno potrà più togliercelo!!!!!

lunedì, luglio 03, 2006

L’economia della Calabria nel 2005. Note a margine di alcuni dati

L’economia della Calabria nel 2005. Note a margine di alcuni dati

Vittorio Daniele


Quasi un annus horribilis, il 2005, per l’economia della Calabria. Un anno in cui la drammatica contrazione del Pil, caduto del 2,7% rispetto all’anno precedente, si è accompagnata con una riduzione dell’occupazione (-2,3%) e con un calo sensibile della produzione extragricola (-2,1%). Questi pochi dati, essenziali e nitidi, sembrano segnalare, meglio di altri, la fase particolarmente critica attraversata dalla Calabria lo scorso anno e ci ricordano, ove ce ne fosse bisogno, le difficoltà strutturali della sua economia.




In un Paese in affanno, nel 2005 a crescita zero, la Calabria ha segnato una performance particolarmente negativa. Il -2,7% in termini di crescita è stato il dato peggiore registrato tra le regioni italiane. Come ogni altro dato però, anche questo, per essere significativo, va inquadrato all’interno di uno scenario, e letto alla luce di tendenze di più ampio periodo. Cominciamo dallo scenario, innanzitutto.

Nel 2005, come avverte l’Istat, si è protratta la fase di debole crescita (quasi una prolungata stagnazione) dell’economia italiana. In breve, l’Italia non è cresciuta. Non è cresciuta perché se nel Centro-Nord l’incremento del Pil è stato pari a zero, nel Sud esso è addirittura diminuito (-0,3%) rispetto all’anno prima. Solo le due Isole (e qualche regione come l’Abruzzo) hanno registrato una crescita positiva. Per il Pil delle altre regioni, tra le quali spiccano Puglia e Calabria, si è verificata, invece, una sensibile decrescita. Cosa significa ciò per il Mezzogiorno?

Ciò che evidente (e qui passiamo all’analisi delle tendenze di medio periodo), è che il processo di debole convergenza, in atto nell’ultimo decennio, tra le regioni deboli del Sud (come la Calabria) e il resto del Paese ha subito una decisa battuta d’arresto.

La forbice della ricchezza tra le regioni italiane è, dunque, destinata a riaprirsi? Un dato congiunturale, per quanto negativo, non consente di affermarlo con certezza. Per poter essere valutati appieno, i processi di crescita (e di convergenza o divergenza) necessitano di un orizzonte temporale piuttosto ampio. Tuttavia, i dati della Calabria possono destare una qualche preoccupazione proprio perché segnalano una condizione non solo congiunturale, ma anche, e soprattutto, strutturale. Un confronto tra il 2004 e il 2005 può forse bastare per illustrare la fragilità della base produttiva regionale, e la sua esposizione ai fattori ciclici. Nel 2004, giova ricordarlo, il Pil della Calabria crebbe a un tasso tra i più alti del Paese. Cos’era accaduto in quell’anno? Senza tante analisi, i dati grezzi mostravano come la crescita calabrese fosse da attribuire ad un’annata particolarmente favorevole per le produzioni agricole, in particolare di quelle olivicole. Nel 2005, invece, la produzione cade. E cade in maniera sensibile soprattutto nei settori extragricoli, ovvero nell’industria e nei servizi.



Una nota merita, poi, il dato relativo al Pil pro capite (un indicatore importante, che ci fornisce un’idea del livello di sviluppo di un’economia). L’anno scorso il Pil pro capite in Calabria è stato pari a poco meno di 15.000 euro, mentre in Trentino è stato di 30.400 euro. Un calabrese ha dunque prodotto, in media, il 49% di un Trentino o il 55% di un abitante del Centro-Nord. Il divario continua, dunque, a rimanere assai ampio e con poche probabilità di ridursi, se le tendenze in atto dovessero continuare.

Passiamo all’andamento dell’occupazione. Anche qui, come accennato, i dati del 2005 mostrano una situazione di difficoltà. L’anno scorso, nel nostro Paese, l’occupazione è diminuita. Nel Mezzogiorno, in particolare, in cui si registra ormai da tre anni una flessione, il calo è stato comparativamente maggiore (-0,8%).

In Calabria, che insieme con il Molise ha avuto la peggiore performance, l’occupazione è diminuita del 2,3%. Questo valore sembra segnalare come le fasi di rallentamento si riflettano sensibilmente su un mercato del lavoro strutturalmente debole, non in grado di generare nuova occupazione.

Infine, qualche altro dato può fornire un’idea dello scarso grado di competitività della nostra regione. Si tratta di quello sugli investimenti diretti esteri, diffuso da qualche giorno dall’Ufficio Italiano dei Cambi. È, questo degli investimenti esteri, un aspetto spesso trascurato, ma importante, soprattutto per una regione debole come la nostra, bisognosa di ampliare la sua base produttiva. Ebbene, nel 2005, la Calabria ha ricevuto circa nove milioni di euro di investimenti esteri, due milioni in meno rispetto all’anno prima. Si tratta di una cifra irrilevante se confrontata con quella delle altre regioni (anche dello stesso Mezzogiorno) e pari allo 0,01 del totale nazionale. Questo dato ci mostra come la nostra regione non racchiuda significativi fattori di attrazione per gli investitori esteri. Le cause sono molte, e anche molto note. E ciò che rileva è che né gli incentivi, né le politiche di promozione, sembrano sortire degli effetti positivi sugli investimenti.

Che fare, dunque, di fronte a questo quadro? La risposta è certo complessa, e i suggerimenti degli economisti molto articolati per poter essere compendiati in una nota a margine di alcuni dati. Tuttavia mi pare che senza una decisa azione di politica economica, diretta ad offrire al Mezzogiorno (e dunque alla Calabria) significativi incentivi agli investimenti, molte iniziative rischiano di rimanere inefficaci.

Quale azione di politica economica? Non certo quella centrata esclusivamente sui contributi pubblici agli investimenti che, se non inseriti all’interno di un quadro più ampio di incentivazione, sembrano essere scarsamente efficaci (come l’esperienza meridionale sembra dimostrare). Mi riferisco, piuttosto, a incentivazioni fiscali territorialmente differenziate (e automatiche) e a politiche specificamente dirette alle grandi imprese, anche estere, come i contratti di localizzazione. Naturalmente ciò non esclude (anzi implica) interventi strutturali, diretti a migliorare le condizioni di contesto e la qualità di molti beni pubblici, ancora insufficienti nella nostra regione. Come mostrano molti studi, infrastrutture carenti sia quantitativamente che quantitativamente, una burocrazia inefficiente, spesso non adeguata alle esigenze del sistema produttivo, e una presenza criminale pervasiva sono alcuni dei vincoli di contesto che maggiormente frenano la crescita economica calabrese.

giovedì, giugno 22, 2006

VOTIAMO NO!


Cari amici che mi onorate nel visitare e leggere questo blog, come sapete non è da me assumere e usare toni epocali ma Domenica e Lunedì prossimi saremo realmente chiamati a un momento importante per la nostra DEMOCRAZIA!
La democrazia dei nostri padri e dei nostri nonni è rappresentata ancora oggi dalla Costituzione, l' esempio più significativo di un' Italia che si rialzava dal giogo nazifascista e si ritrovava (laici e cattolici, comunisti e democristiani, liberali e socialisti) in un testo unico frutto del compromesso e del lavoro di questi uomini liberi.


La COSTITUZIONE il prossimo 25 e 26 Giugno sarà in PERICOLO!


Ma non sarà solo un testo un pezzo di carta ad essere in pericolo, ma la stessa unità nazionale. Non voglio assillarvi oltre, certo non più di quanto non abbiano fatto i vari Berlusconi e Bossi con le loro minacce al limite della decenza di un paese civile e democratico. Una cosa però voglio scrivervela, ed è il Discorso agli studenti milanesi (1955) scritto da Piero Calamandrei (1889-1956), un discorso forte, passionale che deve farci riflettere!


La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.

Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n'importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn'è mica mio!». Questo è l'indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c'è, si vive in regime di libertà. C'è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa.

Però la libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo.

Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane..

E quando io leggo nell'art. 2: «l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell'art. 11: «L' Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!

O quando io leggo nell'art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!

O quando io leggo nell'art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!

O quando nell'art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l' ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!

E quando leggo nell'art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani...

Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra.

Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo di centomila morti.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.






Delitto Fortugno, scoperti i mandanti?


Arrestati a Locri un caposala dell’ospedale ed il figlio. Oggi una conferenza stampa a Reggio.

REGGIO CALABRIA. Due persone sono state arrestate, nel corso di una operazione congiunta dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e degli agenti della squadra mobile della questira della citta' dello Stretto nell'ambito delle indagini sul delitto del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, esponente della Margherita, ucciso a Locri il 16 ottobre scorso, nell'androne di Palazzo Nieddu dove era stato allestito un seggio per le primarie dell'Unione per la scelta del candidato premier. Gli arrestati sono padre e figlio. Si tratta di Alessandro Marciano', 55 anni, detto "Celentano", caposala all'ospedale di Locri, e del figlio Giuseppe, di 27. Risalgono, invece, al 21 marzo scorso i primi arresti conseguenti alle indagini sull'uccisione di Francesco Fortugno. Polizia e Carabinieri, nell'ambito dell'operazione chiamata in codice "Arcobaleno", arrestarono i presunti autori materiali dell'agguato, avvenuto nell'androne del palazzo Nieddu-Del Rio di Locri il 16 marzo scorso, mentre si svolgevano le primarie dell'Unione. Accusati di essere gli autori materiali del delitto sono Salvatore Ritorto, indicato come il presunto killer; Domenico Audino, Carmelo Dessi' e Domenico Novella, tutti indicati negli atti della Dda di Reggio Calabria come "responsabili di avere preparato ed eseguito l'omicidio del vice presidente del consiglio regionale".

giovedì, giugno 15, 2006

AUGURI DEMETRIO!!!

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 15 GIU - Il Consiglio regionale della Calabria ha eletto vicepresidente il consigliere Demetrio Naccari Carlizzi, della Margherita. In sostituzione di Francesco Fortugno, anch'egli della Margherita, ucciso il 16 ottobre scorso in un agguato di mafia a Locri. Su Naccarati Carlizzi, gia' presidente della Seconda Commissione consiliare, sono confluiti tutti i voti dei 33 consiglieri di centrosinistra presenti alla seduta, mentre i dodici consiglieri del centrodestra si sono astenuti.


Una Breve Biografia per chi non lo conoscesse:


Demetrio Naccari Carlizzi, è nato a Roma il 3 aprile 1967, sposato e padre di una bambina. Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina, perfeziona gli studi negli Stati Uniti. Dal 1994 è iscritto all’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria.

E’ cultore, all’Università di Messina, in Diritto Amministrativo ed autore di diverse pubblicazioni.

Dal 1997 al 2001, nella Giunta Falcomatà, è vice Sindaco ed Assessore all’Organizzazione Risorse Umane, Sviluppo Locale ed Innovazione, Affari Generali, Area Legale e Contratti, Decentramento.
E’, inoltre, autore del piano di innovazione tecnologica e della riqualificazione del personale, del cablaggio della città e della riorganizzazione dei principali servizi pubblici comunali.

A dicembre 2001, dopo la prematura scomparsa di Italo Falcomatà, è stato Sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria e candidato a Sindaco nel 2002.
Portavoce del gruppo consiliare Margherita-Uniti nell’Ulivo al comune di Reggio Calabria. E’ componente della “cabina di regia” della Consulta nazionale per il Mezzogiorno della Margherita.

Nel aprile 2005 è stato eletto consigliere regionale della Calabria nella lista: “la Margherita Democrazia è Libertà” nella circoscrizione di Reggio Calabria, successivamente nominato Presidente della seconda Commissione: “Bilancio e programmazione economica”. Attualmente è anche componente della Commissione regionale antimafia, del Comitato regionale per la qualità delle leggi e della Commissione Affari Generali.



Inutile rimarcare la nostra soddisfazione, Demetrio Naccari rappresenta sicuramente una delle giovani figure più autorevoli e politicamente preparate per un ruolo istituzionale così importante. L'augurio è che riesca a imprimere all'intero consiglio la passione e la coerenza politica che da sempre lo contraddistinguono. AUGURI DEMETRIO!!!



Iaquinta, Perrotta, Gattuso: come soffia il vento di Calabria

In principio (fine anni '70, ct era il povero «Uccio» Valcareggi) fu Franco Rizzo, conosciuto più dai tifosi della Fiorentina che da quelli azzurri perché uno dei vincitori dello scudetto con Pesaola.
Negli ultimi anni sono arrivati Stefano Fiore, che segnò due reti nell'europeo del 2000 con Dino Zoff in panchina, fino ai difensori Iuliano e Pancaro nell'era trapattoniana. Oggi la colonia calabrese in azzurro è la più corposa: Iaquinta, Perrotta e Gattuso sono tutti potenziali titolari.
Ma in barba a chi vorrebbe un'Italia subito a casa per quanto sta avvenendo nel nostro calcio, i paladini calabri hanno scritto la prima pagina importante a Germania 2006. E chi li ospita, un calabrese come loro (Antonio Pelle, il proprietario del Landhaus Milser, quartier generale degli azzurri a Duisburg) la sera dopo la partita con il Ghana ha preparato un dolce in loro onore.
L'urlo di Vincenzo Iaquinta dopo il primo gol in azzurro sembrava quello di Tardelli 24 anni fa. «Magari finisse in quel modo...», ha sussurrato ieri l'attaccante nato a Crotone, ma solo perché a Cutro (Kr), il paesino dei suoi genitori, non c'era l'ospedale. E proprio a Cutro, lunedì sera, il coro «Iaquinta-Iaquinta» si è alzato persino dalla sala del convento del Santissimo Crocifisso, dove don Papaleo, amico di Vincenzo, ha installato un maxischermo. Il bomber dell'Udinese, la sua carriera, l'ha costruita prima a Reggiolo, paese nell'emiliano dove papà Giuseppe lo portò pochi mesi dopo la nascita, poi a Castel di Sangro e infine in Friuli.
Dunque lontano dalle coste ioniche. Ma lì è pronto a tornare, possibilmente dopo il 9 luglio, per festeggiare un traguardo storico. «Sogno una grande festa insieme a tutti i miei parenti, ho una famiglia grande e unita». Dalla moglie Arianna ai figli Edoardo e Giuseppe, che si chiama come il padre secondo tradizione meridionale. «Quando ha segnato ho sentito il sangue ribollire, è stata una gioia indescrivibile, quasi da infarto», dice il papà di Iaquinta, che è rientrato a casa dopo il raid ad Hannover.
La stagione di Vincenzo era partita alla grande con la tripletta in Champions, poi i dissapori con l'Udinese e la mancata convocazione per quasi un mese, fino all'infortunio all'alluce. Il tormentato recupero e il finale in crescendo. Anche se prima ha dovuto ingoiare il suo coinvolgimento nell'inchiesta sulle scommesse. «Sono stato messo in mezzo, i miei avvocati sono già al lavoro».
Dalla piacevole sorpresa Iaquinta alla «scoperta» - si fa per dire - Simone Perrotta. Di calabrese ha il sangue,i suoi sono di Cerisano (Cs), anche se è nato ad Ashton, a due passi da Manchester. «Ma solo perché mio padre aveva aperto un pub lì», confessa il centrocampista. A fine febbraio, mentre volava con la Roma, aspettava di tornare in azzurro dopo quindici mesi. Oggi è titolare, fra gli elogi. «Il nostro segreto? Siamo un gruppo unito, dopo la partita a cena ridevamo tutti, anche chi non aveva giocato. In Portogallo non accadeva». Già, perché lui fece parte anche di quella spedizione disgraziata. Nella quale riuscì anche a segnare un gol.
Cose passate, il presente è roseo anche se Perrotta sogna una posizione fissa in campo. «Da centrocampista centrale sono diventato esterno a destra e a sinistra e ora anche trequartista. Almeno adesso ho più visibilità e faccio più gol». Quelli che firmava prima che il servizio militare rallentasse la sua carriera: i 600 chilometri di distanza della caserma da Torino ostacolarono la sua permanenza alla Juventus. La nuova esplosione arriva al Chievo. Ma il mondiale gli fa respirare l'aria di Calabria grazie a Iaquinta e a Gattuso. «È stata soprattutto la serata di Vincenzo, ma ora che mi ci fate pensare c'è un bel clan di calabresi. Era tanti anni che non accadeva».
Gennaro Gattuso, originario di Corigliano Calabro (Cs), si sente un po' meno solo. Un infortunio dopo l'amichevole con l'Ucraina lo ha però messo fuori, almeno fino alla Repubblica Ceca. Per ora passa le ore in palestra e davanti ai macchinari radiografici. «Con cautela, ma andiamo avanti», ha detto il professore Castellacci. «Ringhio», intanto, lavora con sacrificio e applaude le prove dei suoi conterranei.

Perché essere calabresi è quasi una religione.





martedì, giugno 13, 2006

Roccella JAZZ C'E'!

Dispiace dirlo ma ad un'anno dall'appello per salvare il Festival Internazionale del Jazz di Roccella Jonica, nulla sembra esser cambiato, anzi forse peggiorato...

Tutti si chiedono se il Festival si farà, si, si farà, ma mentre tra poco meno di un mese l'Umbria ospiterà l'edizione 2006 di Umbria Jazz con un cartellone unico al mondo, Roccella quest'anno presenta un cartellone rimaneggiato e lontano da quello dello scorso anno con il quale ha festeggiato i suoi 25 anni.

Comunque ecco alcune indicazioni ufficiali apparese sul numero che la rivista Musica Jazz dedica ogni anno alla GUIDA AI FESTIVAL:






ROCCELLA JONICA
19-26 agosto
XXVI Rumori Mediterranei


Il festival calabrese avrà una sorta di prologo con quattro serate nell'ex convento dei Minimi, rispettivamente con Rita Marcotulli, Biondini, Gabriele Mirabassi, Ferrara, poi offrirà i consueti pomeriggi di jazz unito a poesia, danza, teatro, per trasferirsi la sera nella splendida e consueta cornice del teatro al Castello, dove sono annunciati tra gli altri i Cosmonauti russi di Battista Lena il 23; Marcotulli-Sheppard Duo e William Parker con Leena Conquest il 24; Stan Tracey con Norma Winstone il 25; Mirabassi Quartetto e Stazioni lunari con le voci di Ginevra Di Marco, Teresa De Sio, Cristina Donà e Petra Magoni il 26. Ci saranno anche quattro concerti tra 19 e 22 nella stessa provincia di Reggio.






Per info vi rimando al sito www.roccellajazz.it che speriamo venga aggiornato al più presto!!





giovedì, giugno 08, 2006

La'Ndrangheta gestisce l'Italia

THE GUARDIAN di OGGI in prima pagina titola così: "Bagni di sangue sulla pubblica via, assassinii, lotte brutali - la 'Ndrangheta, l'associazione criminale calabrese, e' piu' vasta, piu' radicata, e piu' potente della Mafia". John Hooper racconta ai lettori del quotidiano britannico che, in numero crescente, passano le vacanze in Calabria, e vi comprano anche casa, che cosa sia il nuovo marchio di dimensioni globali del crimine organizzato italiano.


Io vi riporto il Testo originale in Inglese



Move over, Cosa Nostra

Public bloodbaths, assassinations, brutal feuds - the Calabrian mob 'Ndrangheta is bigger, more deep-rooted and more powerful than the Mafia. John Hooper on a new, globalised brand of Italian organised crime

Thursday June 8, 2006
THE GUARDIAN


Sunlight dapples the little piazza in the centre of Bianco, a downmarket resort on the east coast of Calabria, the "toe" of Italy. From the tables outside a cafe comes the unmistakeable, nasal twang of estuary English. "... very excited," says a woman's voice. Then comes a man's: "... mortgage ... once you've signed ... place of your own in the sun."

Less than 20 paces away, stuck to a wall on the way to the beach, there is a death notice of the sort you encounter throughout southern Europe. The text underneath a black cross notes that one Enzo Cotroneo is "missing from the affection of his loved ones". It omits to say that he died in a midnight ambush just a few days earlier.

Cotroneo, the striker of the local football team, was driving his VW Golf down a wooded lane just outside Bianco when another car forced him over. Carabinieri say at least three people were involved in shooting him dead.

On the morning after he met his bloody end, Cotroneo was meant to have been at an appointment with detectives investigating the slaying of a prominent regional politician, Francesco Fortugno.

Fortugno, the deputy speaker of the regional parliament, was shot dead last October 16 as he walked into the town hall of nearby Locri. The killer, dressed in black and with his face obscured by a cap, followed him into the building and put five bullets into him before fleeing to a waiting car. The assassination was the 23rd murder in or around Locri in just 14 months; Cotroneo may have known something about the men who carried it out; his subsequent murder ensured he would never talk.

Visiting Calabria after the assassination of Fortugno, Italy's then interior minister blamed it on the local mafia, the 'Ndrangheta, which he said was "the most deep-rooted, the most powerful and the most aggressive of [Italy's] criminal organisations".

Just pause to consider that remark. We are talking about the homeland of the Mafia - Sicily's Cosa Nostra. Are the Italian authorities really saying that a criminal fraternity few people have heard of (and the name of which even fewer could pronounce) is now more of a threat than the world's most fabled "mob"?

Behind his desk at the National Antimafia Directorate on the cobbled Via Giulia, in the heart of Rome's historic centre, Enzo Macri gives a sigh. "We've been saying it for years," he says. Macri, himself a Calabrian, is the prosecutor colleagues say understands the 'Ndrangheta better than anyone.

Cosa Nostra, perhaps because of its links to the United States, and in no small measure because of the Godfather books and films, continues to exercise an irresistible fascination. It was demonstrated most recently by the publicity given to the arrest of its "boss of bosses", Bernardo Provenzano.

But the evidence suggests that, while the Sicilian Mafia, like the US Mafia, has been fading to a shadow of its former self, the little-known 'Ndrangheta (pronounced "en-drang-ay-ta") has been taking over as Italy's true public enemy number one and has become a criminal empire with global clout.

For a start, it is bigger than the Mafia. Most estimates put its strength at 6,000-7,000 men against 5,000 for Sicily's Cosa Nostra. But Nicola Gratteri, a prosecutor who has specialised in tracing the Calabrian syndicate's international ramifications, reckons the figure for the 'Ndrangheta is an underestimate. "Altogether in the world, I would say it has maybe 10,000 members," he says at his office in the regional capital, Reggio Calabria.

As with the Mafia, the 'Ndrangheta's tentacles have spread thanks to emigration from Italy. In the period running up to 1925, dirt-poor Calabria lost more of its population than Sicily and more indeed than all but two of Italy's 20 regions. There was another massive outflow of Calabrians after the second world war, with the result that there are large communities of Calabrian descent - and remote outposts of the 'Ndrangheta - in Latin America, Canada and Australia.

The links with Latin America have proved particularly important, for they have helped the 'Ndrangheta to become a leading player in the global cocaine trade. Gratteri estimates that 80% of the cocaine entering Europe today is brought in by Calabrian mobsters. "The 'Ndrangheta," says Macri, "represents the globalisation of Italian organised crime."

Despite the 'Ndrangheta's new-found international prominence, its origins, as with all Italy's organised crime syndicates, remain obscure. Its name, like many dialect terms in Calabria, seems to be of Greek origin. It has been variously translated as referring to courage, loyalty and nobility.

According to the FBI, the 'Ndrangheta was formed in the 1860s by a band of Sicilians exiled from their native island - an explanation that could mean the organisation grew out of the original Mafia. At all events, court documents in the latter part of the 19th century increasingly reflected the existence of organised gangs in and around the main centres of population, and in 1888 the prefect of Reggio Calabria received a letter from an anonymous informant alerting him to the presence of "a sect that fears nothing".

For almost a century, the'Ndrangheta remained a local phenomenon - an evil, but essentially containable brew of rural banditry, urban racketeering and extortion. Then, in 1975, the murder of a local godfather at Locri signalled the beginning of a gang war that would transform the organisation at the cost of some 300 lives.

A young, rebellious and ultimately successful faction aspired to more profitable activities, notably the kidnapping of northern Italian businessmen. Their luckless victims were brought back to Aspromonte, the uplands that form the rocky, rugged heart of Calabria, and hidden in caves until their families or firms could get together the ransom. The profits were immense. Looking around for something in which to reinvest their new-found fortunes, the 'ndrine, or clans, of the eastern, Ionian coast hit upon narcotics. "They had the means with which to buy heroin from the Turks, hashish from the Moroccans and a variety of drugs and arms in the Lebanon," says Gratteri. "Then, at the start of the 1990s, there was a fundamental shift in the drugs market. Largely because of Aids, there was a sharp drop in the demand for heroin, which was accompanied by an equal sharp increase in rise in the demand for cocaine."

At first, the 'Ndrangheta gangs bought most of their cocaine from the then more powerful and pervasive Cosa Nostra, which already had links with the Colombian cartels. But it was not long before they were trading directly with the Latin Americans and by the end of the 1990s, the 'Ndrangheta had a network of local representatives established in Colombia.

"The Colombians prefer to deal with the Calabrians," says Macri. "They are much more reliable. They don't talk. And they pay on time."

In more than one respect, indeed, the 'Ndrangheta resembles the Sicilian Mafia as it once was. It is murderously querulous. The socalled second 'Ndrangheta war of 1985-91 cost more than 700 lives. Disputes even within small 'clans' can lead to public bloodbaths of a kind the Sicilian Mafia nowadays does its best to avoid. Six years ago, at the height of a dispute over control of the local drugs trade, a hit squad armed with pistols and a Kalashnikov cut down three alleged members of a rival faction, including 'Ndrangheta boss Salvatore Valente, 39, in the village of Strongoli near Crotone. A 73-yearold pensioner sitting on a bench was shot and killed in the crossfire of a three-way shootout in which a Carabiniere officer was also injured.

At the same time, the 'Ndrangheta is punctilious in its observance of old-fashioned underworld values. Just how old-fashioned those values can be was underscored in March with the arrest of the nephew of Giuseppe Morabito, known as Peppe Tiradritto (Joe Go-ahead), allegedly one of the syndicate's most feared godfathers. This nephew, Giovanni Morabito, gave himself up, admitting he had just shot and hideously wounded his sister, who was separated from her husband, after discovering that she was pregnant by another man. Bruna Morabito, who was shot in the face, was last reported by her doctors to have emerged from a coma but was only able to respond to them with nods.

This brutal, old-fashioned code of conduct has made combating this new mafia extremely difficult. The 'Ndrangheta, an exasperated Florida district attorney once said, is "invisible, like the dark side of the moon". Of all Italy's organised criminal groups, it has proved the most difficult to understand, let alone penetrate.

Like the others, it is known to initiate its members with rituals that vary from clan to clan and are meant to bind them to silence for life. As with the others, it has a system of ranks which in the case of some 'ndrine have a distinctly blasphemous ring: one of the most senior posts is that of Vangelo ("Gospel").

But whereas the Sicilian Mafia, the Neapolitan Camorra and the Sacra Corona Unita in Puglia are made up of "families" or "clans" that are really just gangs in which there is no need for the members to be related, the 'Ndrangheta is held together almost entirely by actual blood relationships. Most of its 'ndrine consist of extended families, often linked by marriage to form bigger units known as locali. "'Ndrangheta families have often arranged weddings to solder the links between them," says Gratteri. "There are families that have intermarried as many as four times in the 20th century."

Sons are not just expected, but in most cases required, to follow their fathers into the family business, receiving - sometimes at birth - the title of Giovane d'onore (young man of honour).

The overlap between criminal and family loyalties has made the 'Ndrangheta peculiarly impervious to the sharpest weapon in the Italian state's anti-mob armoury. Legislation introduced by the Italian government in the early 1990s made it easier for Mafiosi to turn state's evidence and become so-called pentiti (literally, penitents). The new arrangements have wrought havoc in the ranks of Cosa Nostra, but scarcely bruised the 'Ndrangheta. "A Calabrian mobster considering turning state's evidence has to come to terms with betraying maybe 200 of his relatives," says Gratteri.

"There have been 'Ndrangheta pentiti," says Macri. "But we have never had a boss turn state's evidence; they have always been low- to medium-ranking mobsters."

Another factor protecting the organisation is its structure, or lack of one. "Cosa Nostra is a pyramid," says Macri. "Cut off the top of the pyramid by arresting its leader and it has big problems. In Calabria, on the other hand, what you have is a federation. There are moments when some of the elements in the federation will come together, but it is more than anything for purposes of coordination. The 'Ndrangheta cannot be beheaded."

The Italian authorities reckon that the new mafia's turnover - estimated at €35bn (£24bn) a year - surpasses that of the entire annual output of Calabria's legal economy. But while there are rather more expensive cars than you might expect on the Ionian coast towns' potholed streets, there is scant evidence of the cash that is known to be flowing into Italy's poorest region. "In Calabria, there are billionaires who live like paupers," says Macri. "The young drug couriers make a show of their wealth. They wear Rolexes and drive BMWs. But the more senior members of the 'Ndrangheta, who are on the run, often live in caves in the mountains in conditions of genuine hardship."

"When they go up to Milan or abroad, the 'Ndrangheta families live it up," says Gratteri. "But back in Calabria they go to great lengths to disguise their wealth. I have been to houses that are not even painted on the outside, but which, inside, have onyx floors and antique furniture."

The Italian authorities have been remarkably sluggish in their reaction to the 'Ndrangheta, but then Calabria is poor, lacking in influence and a long way from Rome. "We have the richest and best-organised mafia in Italy and we're trying to tackle it without proper resources," says Nuccio Iovene, a senator for the formerly communist Left Democrats. "It's like Russia."

In the mob-ridden town of Lamezia Terme, he says, police patrols have had to be reduced to save petrol. "The police cars are in such bad condition that during a recent chase one of them caught fire."

The way the judiciary is organised does not help either. After they qualify, Italian judges and prosecutors are given their choice of postings. Those who come top in their exams get the first choice and those who finish near the bottom get whatever is left. "That's usually Calabria," says Senator Iovene. "It's considered a hardship post. So the moment they arrive, they put in a request to be transferred elsewhere. When Francesco Fortugno was killed, in Locri, a hotbed of 'Ndrangheta activity, the magistrate with the longest experience had been in the job for only six months." Fortugno's assassination - in the dying months of Silvio Berlusconi's government - finally jolted the state into action, however. The interior minister came down from Rome, as already mentioned, and announced a series of special measures.

But the murder also put a huge question mark over the future. There are signs that the 'Ndrangheta shrewdly anticipated Berlusconi's fall and began to shift the votes it controls to the left. At a regional election in April 2005, almost two-thirds of Calabria's electors voted for Romano Prodi's centre-left alliance, which took power nationally last month. Fortugno, a doctor, was a Prodi man. His assassination is thought to have something to do with the 'Ndrangheta's efforts to penetrate the local health authority. But there are some who fear it was also a way of sending a message to the people they expected to form Italy's new government.

The 'Ndrangheta has an unusually keen interest in politics at the moment, because of the plan to build a bridge over the straits of Messina to link Sicily with the Calabrian mainland. It stands to cream off millions of euros from the contracts that would be awarded.

Berlusconi's government wanted the bridge to be built. Prodi's team is split on the issue, partly because of fears that it could prove a bonanza for southern Italy's mobsters. "By killing Fortugno," says an investigator who has asked not to be identified, "they may have been sending a message to the centre-left: 'We have given you our votes. Now, we expect results'".



Email
john.hooper@guardian.co.uk



venerdì, giugno 02, 2006

L'INDIFFERENZA CANCELLA

"L'INDIFFERENZA CANCELLA" questo slogan per i calabresi potrebbe essere un biglietto da visita e al tempo stesso un monito per chi ci vive, ci fa politica o ricopre incarichi istituzionali.

In questo caso il messaggio è rivolto alle tante bellezze che sopravvivono ancora abbandonate nell'Italia ma soprattutto nella Calabria e a Roccella.

D'indifferenza si muore. Non lasciare che il disinteresse cancelli luoghi bellissimi che rendono unica l'Italia.
Ora pensa a quello che ti sta particolarmente a cuore: un bosco, un'isola, una spiaggia, un lago, un giardino, un viale, un albero.
Se fosse vittima dell'indifferenza, rischierebbe di scomparire per sempre.

Per evitare una perdita così grave, fai sentire anche la tua voce e partecipa subito al 3° Censimento FAI I Luoghi del Cuore, segnalando il MARE E LA SPIAGGIA DI ROCCELLA IONICA.
Il FAI si farà tuo portavoce presso le istituzioni competenti, perché ai luoghi segnalati sia assicurato un futuro.

Vai al sito www.iluoghidelcuore.it e segnala subito il MARE E LA SPIAGGIA DI ROCCELLA IONICA
Segnalare è importante. È il primo passo per salvare.





LA TUA SEGNALAZIONE SALVA




martedì, maggio 30, 2006

Provincia di Reggio all’Unione

ROMA. Elezioni amministrative senza particolari sorprese sia in Sicilia, dove si votava per la Regione, sia nelle province e nelle città capoluogo in cui si è votato. Il dato nazionale certo è quello dell'affluenza alle urne, calata in maniera preocupante: per le elezioni provinciali (si votava in 8 province) hanno votato il 59,6% degli aventi diritto contro il 75,8% delle precedenti consultazioni; per le comunali risulta invece essersi recato alle urne il 71,2% dell'elettorato, contro l'80,6% della tornata precedente. In Sicilia Salvatore Cuffaro, candidato presidente della Cdl e governatore uscente, ha battuto la sfidante Rita Borsellino (centrosinistra) e Nello Musumeci (Autonomia siciliana). «Sono contento - è il primo commento di Cuffaro -. Potrò lavorare bene con la Casa delle libertà e spero anche con il centrosinistra. Si apre una nuova pagina per la Sicilia. Sono veramente soddisfatto». «Abbiamo fatto una campagna elettorale serena - ha aggiunto - e ringrazio di questo Rita Borsellino: abbiamo parlato di progetti e di idee. Adesso si torna al lavoro». Il risultato, secondo il governatore riconfermato, «è fortemente positivo. Dieci punti in più della singnora Borsellino vogliono dire molto, specie se consideriamo il 5% ottenuto da Musumeci». A Milano testa a testa fino all’ultimo voto tra Letizia Moratti (Cdl) e Bruno Ferrante (Unione) ma alla fine l’ex ministro della Pubblica Istruzione ce l’ha fatta. A Roma, come da previsioni, Walter Veltroni ha largamente battuto Giovanni Alemanno così come a Torino Sergio Chiamparino (Unione) ha stracciato Rocco Buttiglione (Cdl). Successo dellUnione anche a Napoli dove Rosa Russo Jervolino ha battuto l’ex prefetto partenopeo Franco Malvano (Cdl). E veniamo alla Calabria. La Provincia di Reggio passa dal centrodestra al centrosinistra. L’avv. Pino Morabito si è imposto al primo turno superando di slancio Leone Manti. Un risultato annunciato dopo che il precedente presidente della Provincia, Pietro Fuda, eletto col centrodestra, aveva da tempo lasciato la coalizione per candidarsi, alle politiche, col centrosinistra. Per quanto riguarda le comunali, a Catanzaro il cosiddetto Terzo Polo ha ottenuto un significativo successo mandando al ballottaggio il proprio candidato a sindaco Franco Cimino contro il candidato del centrosinistra Rosario Olivo. Tagliato fuori Mario Tassone, candidato di una CdL “orfana” di vari dissidenti di peso che hanno concorso a mettere in piedi il terzo polo. A Cosenza la “guerra” fratricida all’interno del centrosinistra tra Perugini e Giacomo Mancini si è risolta a favore del primo, sostenuto dai maggiori partiti dell’Unione. A Crotone Peppino Vallone (centrosinistra) ha letteralmente travolto Salvatore Foti, candidato del centrodestra.

domenica, maggio 21, 2006

Napolitano e Ventotene...

"Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato, come da un lontano loggione, la tragedia della seconda guerra mondiale avevo tirato le somme finali di quel che andavo meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione,la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili... ...nessuna formazione politica esistente mi attendeva, ne si prestava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file... Con me non avevo per ora , oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune Tesi e tre o quattro amici..."

Altiero Spinelli, 18 Agosto 1943









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La prima uscita del Presidente della Repubblica Napolitano è un'uscita che ha un significato più che simbolico. Ventotene....


Ho scoperto quell'isola circa 4 anni fa e da allora vi ho lasciato un pezzo del mio cuore.
Chi la scopre non trova solo una perla paesaggistica e un mare stupendo, chi ci và trova anche una storia, la storia di un uomo, di un pensiero, di un futuro.

Fu lì che scoprii chi era Altiero Spinelli, scoprii un'idea dell'Europa che in mente mia pensavo utopistica ma che con il tempo è diventato un punto fermo nel mio cammino umano e politico.



Il Capo dello Stato oggi ha voluto iniziare il suo cammino da lì, da quell'idea di Europa che oggi sembra così lontana dopo le bocciature della Carta Costituzionale, ma che bisogna rilanciare al più presto: "L'appello che voglio oggi rivolgere - ha detto - è diretto a tutte le componenti responsabili della società italiana: rilanciare l'idea di Europa che Altiero Spinello, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni concepirono in quest'isola di Ventotene, spingendo lo sguardo oltre tutti i confini nazionali; dare nuovo impulso a un percorso che appare ristagnare, non è affare soltanto delle forze politiche, per fondamentale che sia il loro ruolo, è dovere non eludibile delle forze sociali, della cultura, delle istituzioni regionali e locali dei movimenti associativi. E questo impulso può trovare nei giovani, il cui sentire europeo si è fatto naturale e profondo, e nell'avanguardia della Gioventù Federalista Europea, la molla più forte".




Link:

Il Manifesto di Ventotene
http://www.mfe.it/ventotene.htm


La Biografia di Altiero Spinelli
http://www.italialibri.net/autori/spinellia.html

sabato, maggio 20, 2006

Bentornato Gigi!!!!

E' inutile tenermi dentro la soddisfazione per la nomina a sottosegretario di Gigi Meduri.... GRANDE GIGI!!!!



Luigi Meduri, nominato sottosegretario alle Infrastrutture nel Governo Prodi, è nato a Reggio il 19 marzo 1942 ed ha alle spalle una lunga milizia amministrativa. E' stato assessore del Comune di Reggio. Consigliere comunale del capoluogo reggino dal 1975, Meduri, iscritto da giovane alla Democrazia cristiana, ha espletato anche incarichi all' interno del Partito. Laureato in Giurisprudenza, sposato con tre figli, è stato funzionario dello Stato prima e della Regione dopo. Nelle elezioni regionali del 1995, Meduri è stato eletto consigliere regionale nelle liste del Ppi ed ha ricoperto incarichi politici di rilievo nazionale nel Ppi. E' stato consigliere segretario dell' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale fin dall' inizio della sesta Legislatura. Dal 22 gennaio 1999 ha ricoperto l' incarico di Presidente della Regione Calabria. Alle elezioni regionale dell' aprile 2001 è stato eletto consigliere regionale nella lista del Ppi della circoscrizione di Reggio Calabria, ottenendo circa 6.068 voti. Dall' incarico di consigliere regionale, Meduri si è dimesso il 18 giugno 2001 dopo essere stato eletto alla Camera.

giovedì, maggio 18, 2006

DUE GIUGNO: MANIFESTAZIONE AL VALANTAIN CONTRO LA ‘NDRANGHETA

Coordinamento Ammazzatecitutti

http://www.ammazzatecitutti.org

COMUNICATO STAMPA

DUE GIUGNO: MANIFESTAZIONE AL VALANTAIN CONTRO LA ‘NDRANGHETA

Solidarietà per i giovani gestori del Valantain

Raduno del forum ammazzatecitutti al Valantain

Il VALANTAIN è un ristorante di S. Trada, a Villa San Giovanni i cui gestori, i giovanissimi fratelli Mazza (di 20 e 23 anni) si sono rifiutati di pagare il pizzo ed hanno denunciato la cosa ai mass media ed ai carabinieri.

È un locale che i ragazzi hanno preso in affitto e ristrutturato in un luogo bellissimo con una splendida veduta sul mare ma, poco dopo aver avviato l’attività, nel novembre del 2004 sono arrivate, puntualmente, le prime intimidazioni con le richieste di denaro.

I fratelli Mazza non hanno tollerato che la ‘ndrangheta affermasse con prepotenza il proprio potere arrogante. Si sono ribellati alla violenza mafiosa denunciando il tutto ai carabinieri e da allora sono stati sistematicamente, insieme ai genitori, oggetto intimidazioni da parte della 'ndrangheta: lettere minatorie, taglieggiamenti, bottiglie incendiarie, etc.

Tra gli episodi più eclatanti va ricordato che nel febbraio dello scorso anno hanno ricevuto per posta tre cartucce da fucile già esplose insieme ad una lettera dal contenuto intimidatorio; alla fine di ottobre 2005, poi, mentre gli ultimi clienti stavano per andar via, si sono accorti che all'interno dello sgabuzzino del locale c’era un forte odore di liquido infiammabile che aveva già saturato la stanza: è stata evitata una tragedia per miracolo.

Un susseguirsi di atti intimidatori ed attentati che hanno messo letteralmente ed inesorabilmente in ginocchio l’attività. I clienti, per paura di ritorsioni, hanno smesso di frequentare il locale e più o meno,verso la fine di dicembre scorso (2005) dopo l’ennesimo atto di intimidazione (un plico simile ad un ordigno, riposto dietro un finestrone del locale e il taglio di diversi rami di una bellissima palma posta all'ingresso del locale ed accuratamente riposti in un angolo del giardino di pertinenza del ristorante) sono stati costretti a chiudere (almeno per il momento) il ristorante.

Oggi, alla difficoltà di riaprire il ristorante e a quella di far fronte agli ingenti problemi economici che l'evolversi della vicenda ha comportato, si aggiunge il fatto che le minacce non sono cessate, come testimonia quanto accaduto pochi giorni fa: sulla loro auto è stato rinvenuto il disegno di tre croci ed una bara … e due giorni dopo è arrivata loro una nuova lettera minatoria …

Sono mesi che non vivono più …

La nostra condanna alla ‘ndrangheta non può essere, ancora una volta, che dura, anzi durissima.

Lo Stato deve reagire realmente, deve intervenire con urgenza, deve garantire il diritto al lavoro e la libertà di impresa, deve essere effettivamente presente e deve essere a fianco dei cittadini onesti che non devono e non possono essere lasciati soli.

“Ho fatto un sogno, ci ha scritto Anna Mazza, ho sognato che venivate tutti ed eravate veramente tanti su al mio locale, e ognuno di noi attaccava una sua foto tessera sulle vetrate del locale...poi ci tingevamo le mani d'inchiostro e lasciavamo sui muri le nostre impronte con la firma in parte...quando stamattina ho realizzato , ho capito che non era poi una così cattiva idea.. e se ci organizzassimo. .potrebbe essere perfetto...sarebbe un modo per far capire ai bastardi che il mio locale.. non è stato fatto per loro, ma per le persone per bene.. per i ragazzi calabresi...per la nuova generazione che GRIDA NO! NON TI PAGO IL PIZZO E NON TI FACCIO ENTRARE NEL MIO LOCALE!!!

………. Io vorrei lanciarvela così...ma credo spero sia una buona idea...fare il nostro incontro il 2 giugno...è festa una festa particolare, quella della Repubblica e il lavoro è uno dei diritti inviolabili sanciti dalla nostra costituzione

………. Sarebbe bello avevi tutti lì per lasciare un impronta per purificare un luogo che è stato profanato...lasceremo sui muri le nostre impronte, simbolo che quelle mura sono state tirate su dall'onesta' e dalla purezza, lasceremo lì le nostre foto, perchè in tanti vedano che i ragazzi calabresi che gridano no alla ndrangheta no alla mafia hanno un viso, hanno una testa...quel posto conserverà per sempre il ricordi di tutti i nostri sacrifici...ma diventerebbe grande custodire anche il ricordo di tutti noi insieme...”

L’appello di Anna Mazza è stato accolto ed il 2 giugno il raduno del forum di “ammazzatecitutti” si terrà al valantain con una grande manifestazione:

per urlare con rabbia il nostro no alla mafia

per testimoniare vicinanza e solidarietà

per non accettare il silenzio

per essere presenti là dove la ‘ndrangheta vuol far morire la speranza

per realizzare il sogno di anna mazza e della sua famiglia (non bisogna mai uccidere i sogni e la speranza)

Il Coordinamento di Ammazzatecitutti invita tutti i cittadini onesti ad uscire dal silenzio e a partecipare alla manifestazione in segno di solidarietà a chi si rifiuta di pagare il pizzo.

Il due giugno manifestiamo tutti insieme, al Valantain in S. Trada, a Villa San Giovanni

L’unione fa la forza!

Coordinamento Ammazzatecitutti

http://www.ammazzatecitutti.org

mercoledì, maggio 17, 2006

Presentato il Governo Prodi

E’ stata appena presentata la lista dei Ministri del nuovo Governo Prodi.
Poche le novità rispetto alle voci che da giorni già circolavano, il nodo da sciogliere era la Difesa che alla fine è stata affidata all’uomo di fiducia di Prodi, Arturo Parisi, con Mastella dirottato alla Giustizia ed Emma Bonino, l’altra pretendente a quella poltrona, alla quale è stata affidato il Ministero delle Politiche Comunitarie.
Soddisfazione per la scelta del Rettore dell’Università degli Studi Meditteranea di Reggio Calabria, Alessandro Bianchi, come titolare del Ministero dei Trasporti.
Iscritto nelle file del PDCI, rappresenta quei valori della società civile che tanto sono necessari per il rilancio del Paese.
Un segnale forte per il rilancio del Mezzogiorno, che deve necessariamente avvenire tramite l’ammodernamento del rete ferroviaria e la conclusione dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria.
Nella speranza che si vedranno presto i risultati, auguriamo buon lavoro al nuovo Ministro dei Trasporti e al Governo tutto.

Lista completa dei Ministri:
RUTELLI Ministro Beni Culturali e Turismo e vicepresidente del Consiglio
D'ALEMA Ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio
AMATO Ministro dell'Interno
MASTELLA Ministro della Giustizia
PADOA SCHIOPPA Ministro dell’Economia
BERSANI Ministro Sviluppo Economico
DI PIETRO Ministro alle Infrastrutture
PARISI Ministro della Difesa
DE CASTRO Ministro Politiche Agricole
DAMIANO Ministro del Lavoro
GENTILONI Ministro delle Comunicazioni
LIVIA TURCO Ministro per la Salute
FIORONI Ministro dell’Istruzione
MUSSI Ministro Ricerca e Università
PECORARO SCANIO Ministro dell’Ambiente
ALESSANDRO BIANCHI Ministro dei Trasporti
FERRERO Ministro Della Solidarietà Sociale
I Ministri senza portafoglio:
Sono otto i ministri senza portafoglio del governo Prodi. Si tratta di Vannino Chiti, Luigi Nicolais, Linda Lanzillotta, Emma Bonino, Giulio Santagata, Barbara Pollastrini, Giovanna Melandri e Rosy Bindi.

mercoledì, maggio 10, 2006

HABEMUS PRESIDENTE

ROMA - Giorgio Napolitano e' stato eletto presidente della Repubblica dal Parlamento in seduta comune integrato dai rappresentanti delle Regioni. Quando il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha letto per la 505/a volta il nome del senatore a vita, nell'Emiciclo si e' levato un applauso. Giorgio Napolitano è stato eletto presidente della Repubblica con 543 voti.
Questo il risultato ufficiale della votazione letto in Aula dal presidente della Camera Fausto Bertinotti: Presenti: 1000, Votanti: 990, Astenuti 10, Maggioranza richiesta: 505.Hanno ottenuto voti: Giorgio Napolitano 543, Bossi 42, D'Alema 10, Giuliano Ferrara 7, Gianni Letta 6, Berlusconi 5, Di Piazza 3, Pininfarina 3, Voti dispersi 10, Schede bianche 347, Nulle 14.
La riunione del Parlamento in Seduta comune per il giuramento del nuovo Presidente della Repubblica sarà convocata per lunedì 15 maggio alle ore 17. Lo stesso giorno il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi rassegnera' le dimissioni. Lo annuncia un comunicato di Montecitorio, precisando che Carlo Azeglio Ciampi, a seguito della elezione del nuovo capo dello Stato, ha informato il presidente della Camera dei deputati e il presidente del Senato della Repubblica del suo intendimento di rassegnare le dimissioni nello stesso giorno in cui il presidente Napolitano presterà giuramento".
NAPOLITANO, GRAZIE A VOI TUTTI
''Grazie a voi tutti''. Con queste parole Giorgio Napolitano ha concluso la breve cerimonia per la lettura del verbale di elezione a Capo dello Stato. Avendo accanto a lui i presidenti delle due Camere, Napolitano ha stretto le mani ai due e le ha alzate insieme. Molti i fotografai presenti e le telecamere che hanno ripreso. Al termine solo le parole di ringraziamento che hanno chiuso la cerimonia. In precedenza Bertinotti aveva letto il verbale della seduta con il risultato del voto e la conseguente proclamazione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica. Presidente lei sara' super partes? ''Si, altrimenti non avrei accettato''. Cosi' Giorgio Napolitano aveva detto ai cronisti prima di lasciare la sua abitazione per recarsi alla Camera.
E' IL PRIMO EX COMUNISTA AL QUIRINALE
Il diessino Giorgio Napolitano e' il primo presidente della Repubblica che proviene dal Partito comunista italiano. Prima di lui erano stati eletti al Quirinale un socialista (Sandro Pertini), un socialdemocratico (Giuseppe Saragat), due liberali (Enrico De Nicola e Luigi Einaudi), cinque democristiani (Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro) e un indipendente (Carlo Azeglio Ciampi).