Quickribbon Occhio su Roccella: Il saluto a Franco e una proposta...
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

giovedì, gennaio 10, 2008

Il saluto a Franco e una proposta...

In questo video tratto da Youtube la presentazione del quintetto in una delle ultime partite giocate da Franco lo scorso anno proprio nelle vacanze di Natale a Gioiosa.


I primi giorni del 2008 per gli appassionati del basket roccellese sono stati giorni amari e tristi, giorni che sembravano un flashback per chi, pochi anni fa, aveva già dovuto subire una grande perdita. Dopo Giovanna abbiamo dovuto dire addio anche a Franco, un destino difficile da accettare.

Perché se c'era qualcuno che aveva la mano calda e la penetrazione facile a Roccella Ionica, non potete che avere in mente Franco Romeo. Non esiste un erede al trono, il 3 Gennaio commossi e con il cuore a pezzi i suoi vecchi compagni di quintetto e tutti noi che godevamo nel vederlo giocare abbiamo dovuto dire addio prima di tutto a un grande uomo, un grande professionista, ma soprattutto un grande cestista.
Un uomo di sport, di quelli veri, con l'agonismo nel DNA che non si tira mai in dietro, ma che ha sempre vissuto lo sport come nella vita con modestia, senza toni eclatanti.

Per me Franco Romeo era "lo scarsaccio" come si apostrofavano a sfottò con mio fratello quando si incontravano, un uomo silenzioso, timido, che in campo però dava il 101%. Uno che era ritornato a giocare a basket quando tutti si ritirano e che ancora faceva la differenza.
Insomma è inutile sprecare parole, chi l'ha visto giocare anche solo una volta sa di cosa parlo.

E' per questo che io insieme allo Staff di OcchiO su Roccella ci uniamo al dolore di Daniela e di tutti i Familiari per la perdita di Franco.

Nel ricordo di Franco chiediamo in modo informale all'Amministrazione Comunale di Roccella Jonica di intitolare il rinnovato palazzetto dello sport di Viale degli Ulivi a Franco Romeo.

Sarebbe un sogno vedere giocare la prima partita della neo rinata Squadra Maschile di Basket nel palazzetto "Franco Romeo", speriamo che la burocrazia comunale sappia far avverare questo sogno...




4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appena saputo della morte di Franco e sono rimasto attnito, dilaniato, mi spiace molto poiché ricordo ora con vividezza quante partite di basket abbiamo giocato il più delle volte da avversari. Gionare contro di lui era uno spettacolo perché avevevi così la possibilità di vederlo in azione, prodursi in sospensioni al limite e pronto a scardinare qualsiasi difesa con alcuni terzi tempi impossibili. Concordo che non può esservi migliore ricordo di Franco se non innaugurare in suo nome il Palazzetto dello Sport. Sono colpito dalla morte di un amico, che tuttavia non si è smentito lasciandoci dopo aver segnato il suo ultimo vcanesto con la nascita della sua bimba, prima del suono dell'ultima sirena.
Ciao Fra....
guglielmo

Anonimo ha detto...

"Marcativi 'u reci!!".Tutti quel giorno tristissimo al cimitero eravamo raccolti a centrocampo, pronti a metterci le mani sulle spalle e a gridare il nostro dolore come facevamo in campo prima di affrontare l'altra squadra. Appena entrato in Chiesa sulla sinistra ho visto Enzo Costa, altro talento di questo magnifico sport. Dietro di me, con gli occhi lucidi, il nostro coach, Enzo Tommasini. Anch'io ho avuto gli stessi tuoi ricordi, forse solo un poco più datati e più amari. Credo anch'io che debba trovarsi il modo di ricordare Franco anche per ciò che è stato per tutti noi appasionati: il migliore giocatore di basket che abbia avuto Roccella. Franco era anche un grande appassionato di musica. Forse per questo il suo modo di giocare ricordava una danza, una folle ed irrefrenabile danza tra gli avversari. "Marcativi 'u reci" era la raccomandazione di tutti gli allenatori delle squadre di Reggio. Perchè Franco era il numero 10. Mentre io e altri (ricordo il refrain: Lombado, riscaldati!!! del mister Tommasini) aspettavamo il nostro turno per entrare, gli schemi della nostra squadra, provati e riprovati in allenamento, saltavano per l'unico schema che ci faceva vincere: palla a Franco: non dai e vai, ma dai e va'. E lui andava sempre a canestro, più di ogni altro di noi e per tutti noi. E quando trovava qualcuno che risuciva a sintonizzarsi con lui, come risuciva a fare Fanco Sorrenti, i suoi ochhi sprizzavanoi gioia. Perchè, e qui è la differenza tra campioni dello sport (a qualsiasi livello), e bravi giocatori, Franco avrebbe voluto condividere il suo talento con il maggior numero di persone, perchè sapeva che quanti più di noi avrebbero colto le sue invenzioni, quanti più di noi avrebbero seguito il suo ritmo, tanto più seremmo stati forti. E questo era il suo unico obiettivo: fare giocare bene la squadra, e se la squadra non gioca bene, accelerare, sostituirsi, segnare punti. Per far vincere tutti, non per mettersi in mostra. Un netto ricordo che ho di Franco sono le uscite dal campo dopo la partita: salutava tutti, alla prossima. Nessuna spocchia, nessun vanto: la soddisfazione di aver giocato bene (quasi sempre) o l'amarezza per non aver giocato bene (molto raramente). Non ricordo mai nessuna cattiveria con l'avversario, nessuna derisione, nessuna furbizia.

E poi nella vita succede che ognuno fa la propria strada. E succede che il tuo appello alla amministrazione colpisca più di tutti me che ho avuto il piacere e l'onore di giocare con Franco e con tanti altri grandi amici. La vecchia ruggine tra la squadra femminile e la squadra maschile (chi si allena prima, chi doveva usare i palloni nuovi, cose che oggi fanno sorridere) che c'era quando giocavamo noi, oggi ci unisce nella perdita di due insistituibili amici: Giovanna e Franco. E a Giovanna avevamo pensato di dedicare il palazzetto, come abbiamo già comunicato alle sue compagne di squadra ed ai suoi amici della associazione teatrale che animava. Ma oggi credo che nessuno possa essere contrario a dedicare a tutti e due la rinnovata struttura. Ed a farlo prima o in occasione della prima partita ufficiale della rinata squadra maschile.

In attesa di ricordare i nostri due campioni quest'estate per come meritano e per come tutti sapremo fare.

Grazie per il tuo ricordo.

Vittorio

Anonimo ha detto...

Caro Franco. Te ne sei andato così, improvvisamente, troppo presto. E io non ho parole adatte per poterti descrivere ciò che sento in cuor mio per la tua prematura scomparsa. Anche se io manco da Roccella da vennt'anni per motivi di lavoro e ultimamente ti vedevo molto raramente, non potrò mai dimenticare che ci conoscevamo da quando eravamo bambini, e che la nostra amicizia durava da tantissimo tempo.
Mi piace credere che tu, da lassù dove ti trovi adesso, puoi leggere queste poche righe, che servono a ben poco, ma con le quali voglio dirti che, anche se a 1300 chilometri di distanza, sono vicino col cuore alla tua famiglia, a tua moglie e alla tua piccolina che hai fatto appena in tempo a vedere.
Ci mancherai tantissimo a tutti quanti.
Ciao, Franco.

Nicolino.

Anonimo ha detto...

Non ho mai giocato a basket, non fa per me, però mi sono cresciuto assieme a Franco. Per le strade e per i vicoli di Roccella. Coetani, con pochi mesi di differenza. I Ricordi delle passeggiate sul corso o in piazza, le partite di pallone tra quartieri, gli sfottò tra tifosi. Con Franco se ne è andato un pezzo di me, un pezzo di noi che abbiamo vissuto le stesse giornate, lo stesso tempo. Difficile rassegnarsi, specie quando di mezzo c'è una vita giovane, fatta di onestà, lavoro e famiglia. Crudele la vita quando riserva dolori così profondi. Da credente dico che adesso Franco si trova nella casa del Padre e dalla nuova dimensione potrà assistere e proteggere suo figlio e sua moglie. Ciao Franco.