Quickribbon Occhio su Roccella: Delitto Fortugno, scoperti i mandanti?
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

giovedì, giugno 22, 2006

Delitto Fortugno, scoperti i mandanti?


Arrestati a Locri un caposala dell’ospedale ed il figlio. Oggi una conferenza stampa a Reggio.

REGGIO CALABRIA. Due persone sono state arrestate, nel corso di una operazione congiunta dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e degli agenti della squadra mobile della questira della citta' dello Stretto nell'ambito delle indagini sul delitto del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, esponente della Margherita, ucciso a Locri il 16 ottobre scorso, nell'androne di Palazzo Nieddu dove era stato allestito un seggio per le primarie dell'Unione per la scelta del candidato premier. Gli arrestati sono padre e figlio. Si tratta di Alessandro Marciano', 55 anni, detto "Celentano", caposala all'ospedale di Locri, e del figlio Giuseppe, di 27. Risalgono, invece, al 21 marzo scorso i primi arresti conseguenti alle indagini sull'uccisione di Francesco Fortugno. Polizia e Carabinieri, nell'ambito dell'operazione chiamata in codice "Arcobaleno", arrestarono i presunti autori materiali dell'agguato, avvenuto nell'androne del palazzo Nieddu-Del Rio di Locri il 16 marzo scorso, mentre si svolgevano le primarie dell'Unione. Accusati di essere gli autori materiali del delitto sono Salvatore Ritorto, indicato come il presunto killer; Domenico Audino, Carmelo Dessi' e Domenico Novella, tutti indicati negli atti della Dda di Reggio Calabria come "responsabili di avere preparato ed eseguito l'omicidio del vice presidente del consiglio regionale".

9 commenti:

pIcIaRo ha detto...

Hai fatto bene a mettere il punto interrogativo, io non volevo neanche inserirla la notizia perché mi sembra, e scusate il termine,una stronzata! Per non parlare del movente dell'omicidio... Mah... C'avranno preso per coglioni o lo siamo veramente?

the saint ha detto...

hai ragione, secondo me nessuno crederà in questa storia.
E' poi mai possibile che venga ucciso il vice-presidente del consiglio regionale solo per motivi personali?
secondo me qualcuno crede che siamo veramente dei coglioni!!!!!!
Ma non lo siamo, statene certi!!!!!!

zanna ha detto...

Ma infatti la notizia è incompleta... Ho letto un articolo giorni fà e c'erano dei collegamenti molto seri che facevano pensare a Domenico Crea (primo non eletto della Margherita) come mandante politico dati i suoi fitti rapporti con Marcianò!
Infatti il gip nella sua relazione lo cita parecchie volte...

pIcIaRo ha detto...

E' la teoria di fondo che non ha senso, anzi va contro ogni logica... PRIMO se io ho agganci con la 'ndrangheta non posso non essere eletto. SECONDO se non vengo eletto non vado ad ammazzare il Vice Presidente del Consiglio regionale in un seggio elettorale ma avrei ammazzato Naccari che era secondo eletto e sarei entrato comunque in Regione. Ma alla base c'è il fatto che non si ammazza per entrare in Consiglio regionale non ha senso. A me non mi convince... poi ognuno la pensa come gli pare.

Anonimo ha detto...

Dome la tua riflessione che non si ammazza per entrare in Consiglio regionale è poco convincente per diversi motivi:
- entrare in Consiglio regionale vuol dire avere la possibilità di indirizzare parecchi euro verso determinate direzioni, le quali spesso e volentieri sono quelle della criminalità organizzata,
- in Calabria non solo si ammazza per entrare in Consiglio regionale, si ammazza per molto meno;
- nessuno sta imputando al partito La Margherita alcuna connivenza con la criminalità organizzata, in quanto la n'drangheta spesso e volentieri (in ogni caso non sempre, è giusto dirlo) non sceglie un partito a cui appoggiarsi ma "alcune" persone da appoggiare.
Un ultimo appunto: "..poi ognuno la pensa come gli pare", io non credo che con questa predisposizione al confronto per noi giovani calabresi ci siano molte possibilità di dare una sterzata al marciume etico, politico e morale che ci circonda.

pIcIaRo ha detto...

Entrare in Consiglio non vuol dire poter gestire tutto quello che dici tu, per quello bisogna ricoprire una carica istituzionale molto più rilevante, devi entrare almeno in qualche commissione se non diventare assessore.
Si è vero si ammazza per molto meno, ma non si ammazza il vice presidente del Consilgio regionale, uno che ha 8.000 e passa voti....nella locride....per entrare in consiglio.....mah........
Poi vi prego smettiamola con sta menata della colpa della politica... "al marciume etico, politico e morale che ci circonda" il marciume etico siamo noi e i nostri concittadini. Assumiamoci le nostre responsabilità e smettiamola di fare gli eroi come Callipo non è così che si risolvono i problemi.... Scusa lo sfogo ma non ce l'ho con te Antonio.

Anonimo ha detto...

Quando dici di assumerci le nostre responsabilità, io credo che persone come Callipo lo facciano appieno. E' la politica che non se le assume provando a dare una risposta di cambiamento per migliorare la nostra regione; è il nostro consiglio regionale che non sbatte i piedi contro il Csm chiedendo di rafforzare l'organico del tribunale di locri (più magistrati, sono pochi, bravi ma forse un pò troppo giovani; è la politica regionale che trasferisce milioni e milioni di euro ai nostri ospedali e alle asl che poi vanno tutti a finire nelle mani della n'drangheta.
Do ma hai visto quel commerciante che faceva parte di un'associazione anti racket che è stato trovato BRUCIATO? Ma ti rendi conto che è già stato dimenticato e che non troveranno mai gli assassini. Deve esserci un sistema di rete affinchè ci si possa assumere le nostre responsabilità, se tu protesti, io protesto, x e y protestano non cambia niente, siamo soli e senza nessuno che ti protegga. Finiremo come Peppino Impastato e tanti altri, ma la mafia si combatte rafforzando la polizia, la magistratura, facendo piazza pulita nella classe politica e arrestando decine e decine di mafiosi al giorno come sta avvenendo adesso in sicilia. Poi potremo iniziare ad assumerci le nostre responsabilità anche in Calabria, non prima di allora.

pIcIaRo ha detto...

non concordo e non condivido manco per niente! Però è bello pensarla anche in modo diverso e cercare soluzioni diverse. Di una cosa sono convinto, che non abbiamo bisogno di eroi e martiri anche perché non credo ne esistano da noi.

Anonimo ha detto...

Ahhhhhhhh questa criminalità organizzata... non si può vivere, non si può fare niente...è tutto uno schifo...anche nel lazio hanno sciolto un consiglio comunale per mafia,non può condizionare la vita della gente