Quickribbon Occhio su Roccella: L'assordante silenzio della carta stampata nazionale.
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

domenica, marzo 18, 2007

L'assordante silenzio della carta stampata nazionale.

Chi segue questo Blog sicuramente si aspettava qualche rigurgito da parte mia o di qualcuno sulle puntate di PANE E POLITICA andate in onda nelle scorse due domeniche su Rai 3. Ma chi segue questo Blog sà bene che Noi queste cose le URLIAMO da tempo, riportiamo da due anni ormai le notizie più significative della stampa e anche se il tempo non mi permette più di pubblicare la vecchia rassegna giornaliera dei giornali nazionali e locali che parlano di Calabria, Locride e Roccella, le notizie più importanti cerchiamo sempre di pubblicarle.

Beh perché non ve ne abbiamo parlato, perché nei giornali nazionali non se ne è parlato per niente, basta fare una piccola ricerca su google news o sulla rassegna della camera per verificare quello che diciamo. Allora forse è bene citare quello che scrive su La Riviera Antonio Orlando in un articolo dal titolo molto significativo: "Il sonno della ragione genera mostri."

Questa è la Calabria, questa è diventata la Calabria, questa hanno voluto che fosse la Calabria, questa abbiamo permesso che diventasse la Calabria. Un triste ritornello afferma che ogni popolo ha i governanti che si merita, e perché mai? Non c’è stato bisogno, in questa bella inchiesta, di scomodare i soliti, vecchi e triti, luoghi comuni. Il bravo, bravissimo, Riccardo Iacona non ha avuto bisogno di tirare in campo la ‘ndrangheta, i padrini, le faide; non è stato necessario trattare della onnipotenza mafiosa, della piovra tentacolare che soffoca una amara terra che vorrebbe liberarsi da questa ragnatela opprimente, cosciente delle proprie enormi potenzialità di sviluppo e di progresso. Per fortuna questa melensa solfa ci è stata risparmiata. Questa volta l’alibi, sempre comodo e sempre a portata di mano, della mafia non c’era e non fosse stato per le località, fin troppo conosciute e fin troppo riconoscibili, si poteva trattare di un’altra regione qualsiasi dell’Italia. La classe politica calabrese ha dato il meglio di se in quella trasmissione e dobbiamo esserle grati. Grati per la sfacciataggine, grati per l’arroganza, grati per l’indifferenza, grati per la smania di potere, grati per l’esibizionismo, grati per il cinismo, grati per l’ingordigia, grati per l’intollerabile oppressione che esercitano su tutti noi senza alcuna remora e senza alcuno scorno. Per tutto questo e per molto altro non possiamo non essere a tutti lor signori della politica grati.


E bisogna dirlo, il cane da guardia dei potenti che doveva essere una volta la carta stampata oggi è stato Riccardo Iacona, confermando la sua felice anomalia. Va sul posto, scartabella documenti, indaga, intervista chi conosce i fatti e gli interessati. Fa il giornalismo d'inchiesta, merce rara, rarissima in generale e nella Rai. E' chiaro, preciso, documentato, coraggioso.

Come si può chiedere il rispetto per le istituzioni, per i politici, per la politica. Come ci si può presentare come una forza nuova e riformatrice chiedendo ai cittadini di "tirare la cinghia" quando la situazione in Calabria è quella che descrive Iacona. E' un discorso che vale per tutti e, in particolare, per la sinistra. Sono proprio i partiti della sinistra gli alfieri dell'etica, le forze con alle spalle una gloriosa storia di battaglie per i diritti dei lavoratori e dei ceti più umili, i soggetti con l'immagine più colpita. E' un comportamento scorretto che viola le regole fondamentali della separazione e della distinzione fra interessi pubblici e quelli di partito (se non personali). L'autodelegittimazione avanza. Perde la politica e rischia di vincere l'antipolitica. Leo Longanesi scriveva: "Non sono certo del mio senso morale: sono sicuro soltanto dei miei rimorsi".
Alcune di quelle cose, forse i calabresi le conoscevano e forse facevano finta di non conoscerle: oggi non hanno più nemmeno quell’alibi. Sicuramente tra le sorprese di una classe dirigente scadente, clientelare ed incapace, spicca a sorpresa la scandalosa condizione della sinistra calabrese ed in particolare di quella parte che continua a farsi chiamare “comunista”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravissimo come al solito. Puntuale, preciso, arguto e, purtroppo, amaramente condiviso.
Di questo ne avevamo parlato durante e dopo la trasmissione. Famigerata, dico io, perché ho vergogna che l'Italia e chi lavora accanto a noi abbia conosciuto la grassa ignoranza e noncuranza dei nostri corregionali. Il peggio non è l'amministratore che crede di operare in zona franca e fa , ormai alla luce del sole, quello che altri si vergognerebbero perfino di pensare , tanto conta sull'impunità, giuridica, sociale, e politica. proprio così perché gli elettori non sono in grado di giudicare. Non sanno perché non leggono, non leggono perché non pensano, non pensano perché devono pensarci gli altri! La Calabria è il medioevo del pensiero, l'oscurantismo della ragione, l'inno al suicidio. E sono i calabresi stessi l'anima suicida della Calabria. E' paradossale la condotta, è tragico il silenzio ma..qui tacet... perciò non ho speranza !

the saint ha detto...

L'ottima inchiesta di Iacona oltre ad essere "tragicamente" reale, ha del surreale.
Per esempio, in merito all'approvazione del concorsone l'On. Michelangelo Tripodi, anche se con un certo imbarazzo, è riuscito nell'impresa di negare anche l'evidenza, affermando che il suo partito, il PDCI, pur non avendo voluto il concorsone e non avendo votato a favore, piuttosto che votare contro, ha pensato bene di astenersi dal voto e non essere presente in aula, (in questo caso però vale il silenzio assenzo!!!!)
Probabilmente tutti conoscevamo molte delle situazioni raccontante dal giornalista ma facevamo finta di niente e forse, (ma lo dico ovviamente con molto rammarico) ha ragione il capo elettore di TALLINI che nella prima puntata riferendosi alla città di Catanzaro, testualmente dice che: "la gente non vuole la città più bella...o la città più vivibile...la gente vuole qualcuno che gli sappia sbrigare e risolvere i problemi della famiglia...quotidiani....."
E' evidente ormai a tutti che la politica sia diventata soltanto clientelare ed elitaria.
E' difficile entrare a farne parte, e si è politici di mestiere anche in quei partiti che hanno sempre avuto la maggiore spinta e vitalità dal basso, dal popolo, dalla classe operaia.
Lungi da me fare il comunista, o erigermi a paladino di questa idea, che forse è solo rimasta tale, ma è evidente l'imbarazzo quando ci si trova impotenti di fronte alla superiorità di poche centinania di persone che riescono a gestire a loro piacimento 60 milioni di italiani.
Sarò forse drastico ma è questa l'idea che ho avuto notando
il mancato riscontro nei media sull'inchesta di Iacona.
Ne' una parola di sdegno da parte dei cittadini, evidentemente abituati a vivere queste situazioni, ne' una reazione da parte dei politici che, neanche di fronte a chi ha dimostrato l'uso privato che si fa della politica, hanno sentito la necessità di difendersi.
Sicuramente non è giusto attaccare sempre i politici se poi siamo i primi a non ribellarci, ma è evidente che ormai siamo così assuefatti dal malcostume che crediamo che sia la normalità.
Sarà difficile cambiare ma abbiamo il dovere di farlo, lo richiede il nostro futuro.

zanna ha detto...
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zanna ha detto...

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http://www.fgcicalabria.org/forum/viewtopic.php?t=254

Anonimo ha detto...

Ottimo commento, soprattutto quando ti riferisci alla "ninfa vitale".
Di quale ninfa si tratta?
Una delle Nereidi?
una delle Alseidi?
una delle Napee?
una delle Driadi?
una delle Naiadi?
una delle Potamidi?
una delle Pegee?
una delle Limniadi?
una delle Meliadi?
una delle Oreadi?
una delle Epimelidi?
una delle Cure?

LIBERTA' PER TUTTE LE TESTUGGINI E LE NINFE VITALI.

PICIARO VIA DAL BLOG. DIMETTITI.

N.A.L.O.S.R.