Quickribbon Occhio su Roccella: novembre 2005
_@_OcchiO su Roccella _@_ Scelti per Voi: Camilla che odiava la politica - Autore: Luigi Garlando - Casa editrice: Rizzoli. - (Camilla ha dodici anni e vive in un paese di provincia insieme al fratellino e alla mamma. Il papa, in passato braccio destro del Primo Ministro, non c'è più: si è suicidato in carcere sei anni prima, dopo essere stato accusato ingiustamente di corruzione. Da allora Camilla odia la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa. Ma un giorno in paese arriva un barbone, che prima la aiuta a ribellarsi a un gruppo di bulli della sua scuola, e poi, piano piano, le insegna che cosa sia la politica, quella vera, quella a cui il suo papa aveva dedicato tutto se stesso. E grazie a quelle lunghe chiacchierate Camilla impara a far pace con la politica e con il mondo, quello dentro di sé e quello in cui vive.)

AdnKronos News

lunedì, novembre 28, 2005

Il dossier. Il prof Vittorio Daniele ha comparato convenienze e diseconomie del Mezzogiorno.

L’analisi In Campania le risorse straniere rappresentano lo 0,16 per cento del Pil regionale. In Puglia lo 0,06 e in Basilicata appena lo 0,04
Il Mezzogiorno attira solo l’1% degli investimenti. Uno studio dell’economista Vittorio
Daniele rivela: «Ecco perché incentivi e costo del lavoro inferiore al Nord non compensano le criticità»
Troppa criminalità, capitali esteri lontano dal Sud



Infrastrutture carenti e alto tasso di criminalità: è soprattutto grazie all’incidenza negativa di questi due fattori che il Meridione attrae solo l’un per cento degli investimenti diretti esteri effettuati nel nostro Paese.
Nel solo Nord-Ovest, invece, si concentra ben il 67 per cento delle risorse investite in Italia da imprenditori esteri. Il caso è esaminato dall’economista Vittorio Daniele, docente di Politica Economica all’Università «Magna Graecia» di Catanzaro nella ricerca «Perché le imprese estere non investono al Sud?».
Se l’Italia si mostra poco competitiva nel quadro europeo, il Sud del Paese mostra «svantaggi competitivi» specifici e determinanti. Come reagire? Per Daniele «non è sufficiente compensare tali svantaggi localizzativi incrementando gli incentivi di tipo economico».
Svantaggi competitivi come la carenza di infrastrutture e l’alto tasso di criminalità costituiscono un freno per l’efficacia delle politiche di promozione e sostegno degli investimenti. Ecco perché nonostante non manchino gli incentivi, le regioni del Meridione italiano risultano poco attraenti agli occhi,e ai portafogli, degli imprenditori stranieri. È questa, in estrema sintesi,l’amara considerazione che si ricava dallo studio
Perché le imprese estere non investono al Sud?, da poco ultimato dall’economista Vittorio Daniele,docente di Politica economica all’Università«Magna Graecia» di Catanzaro. L’analisi economica, di recente citata in un articolo del Foglio di Giuliano Ferrara e in attesa di essere pubblicata dalla Svimez, prende in considerazione il periodo 2000-2003, con l’obiettivo di valutare quali fattori abbiano inciso sulla consistenza, decisamente modesta, e sul grado di concentrazione territoriale,molto elevato, degli investimenti diretti esteri in entrata nel Meridione d’Italia.Il lavoro dell’economista parte da un dato fondamentale e inequivocabile: il Mezzogiorno attrae solo l’un percento degli investimenti esteri (Ide) in entrata in Italia, peraltro complessivamente di gran lunga inferiori, sebbene in aumento negli ultimi anni, a quelli realizzati nelle altre realtà europee.Il nostro Paese, infatti, nel2003, ha ricevuto il 2,9 per cento degli investimenti diretti esteri effettuati su scala mondiale. Decisamente migliori le performance del Benelux (20,9 per cento), della Francia, (8,4) e dell’Irlanda, ritenuta attraente dal 4,6 per cento degli investitori stranieri.La posizione modesta raggiunta in questo campo dall’Italia nel contesto europeo è confermata anche dall’osservazione di altri indicatori: gli Idein entrata nel nostro Paese nel corso del 2003 rappresentano meno del 12per cento del Pil, a fronte del 32 percento circa della media europea.Quali sono le cause di questa scarsa capacità attrattiva mostrata dall’Italia?«La letteratura economica degli ultimi anni—spiega Vittorio Daniele—ha individuato nel sistema fiscale italiano, nell’inefficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario e nella struttura dimensionale delle imprese, le principali ragioni che alimentano la sfiducia degli investitori stranieri. Questi fattori—aggiunge l’economista—pesano negativamente anche sul grado di attrattività delle singole regioni italiane. Per intenderci, è ovvio che anche in Francia o in Spagna esistono realtà locali più o meno competitive. Ma una regione italiana in ritardo, attrae meno investimenti di un’altra regione altrettanto arretrata ma collocata in un altro paese europeo». Una scommessa persa, dunque, almeno per il momento. In base ai dati evidenziati, infatti, appare chiaro che il nostro Paese non ha ancora colto quella che va indubbiamente considerata un’importante occasione di sviluppo regionale. «Gli investimenti diretti esteri — spiega ancora Daniele— contribuiscono all’accumulazione di capitale, alla creazione di occupazione e al trasferimento tecnologico.Se si osservano casi come quello irlandese,poi, appare evidente come la nascita di imprese straniere sul territorio abbia stimolato in maniera notevole l’indotto locale, generando sviluppo e ricchezza. Nella metà degli anni novanta l’Irlanda beneficiava ancora dei fondi di coesione; oggi il suo pil pro-capite è superiore a quello medio europeo».Al centro dell’analisi realizzata dal ricercatore calabrese si pone il «caso Mezzogiorno» che, nel già modesto quadro nazionale, presenta una sua preoccupante specificità: mentre tra il 2000 e il 2003 le regioni del Nord-Ovest hanno attratto il 67 percento di Ide in entrata in Italia, le otto regioni del Sud, come dicevamo, hanno beneficiato di una quota pari circa all’uno per cento dei flussi totali.Il grado di concentrazione territoriale degli investimenti esteri risulta dunque altissimo. Osservando la graduatoria che ordina le province italiane in base alla percentuale di Ide accolti sul totale italiano, l’area di Milano si colloca al primo posto, con oltre 46 punti percentuali. Per leggere il nome della prima provincia meridionale citata, invece, bisogna scendere fino al ventisettesimo posto, dove si scopre che a Napoli è arrivato solo lo 0,15 % delle risorse investite da imprenditori stranieri nel nostro Paese.Delle ultime dieci province, inoltre,ben nove sono meridionali. Altri dati interessanti emergono analizzando l’influenza degli investimenti esteri sul Pil regionale. Anche in questo caso la quota percentuale maggiore, 3,2, si ha in Lombardia. In coda, dopo l’Abruzzo con lo 0,17 percento e la Campania con lo 0,16, tutte le altre regioni del Sud (Puglia: 0,06;Basilicata: 0,04). Sebbene la performance italiana,comparativamente modesta, influenzi l’afflusso totale di investimenti limitandola capacità attrattiva delle singole regioni, i dati denunciano in maniera chiara l’esistenza di fattori regionali specifici in grado di incidere sulla localizzazione degli Ide, agendo come «svantaggi competitivi». Lo studio prende in esame undici variabili: reddito pro-capite e popolazione residente, riuniti nella categoria «variabili di domanda»; il numero di città con oltre centomila abitanti; il costo del lavoro; il tasso di disoccupazione percentuale e il numero di laureati,che danno vita alla variabile «capitale umano»; la dotazione infrastrutturale; la spesa investita dalla pubblica amministrazione in ricerca e sviluppo, il numero di brevetti europei e il tasso di criminalità, indicatori del «contesto socio-economico».L’analisi mostra come tutte le regioni meridionali, a eccezione dell’Abruzzo,presentino valori medi più bassi per quanto riguarda il costo del lavoro,l’entità della dotazione infrastrutturale,il numero di brevetti e la spesa in ricerca e sviluppo; il tasso di disoccupazione e quello di criminalità, invece,al Sud risultano particolarmente alti arrivando, in realtà come Calabria e Sicilia a doppiare il dato medio nazionale. L’analisi prosegue valutando, attraverso una serie di osservazioni basate su delle regressioni, gli effetti delle singole variabili considerate sugli investimenti. Qual’è il quadro che emerge?«Nonostante il Mezzogiorno benefici di incentivi agli investimenti e di un costo del lavoro inferiore rispetto alle aree più sviluppate del Paese —commenta Daniele —la sua capacità di attrarre investimenti esteri è comparativamente bassa. In presenza di specifici disincentivi di contesto, come la scarsa dotazione infrastrutturale e la mancanza di sicurezza, gli incentivi economici si mostrano scarsamente efficaci nell’attrarre potenziali investitori stranieri». Il tasso di criminalità, in particolare, risulta avere un effetto negativo e statisticamente significativo, in grado di neutralizzare fattori altrimenti positivi agli occhi degli imprenditori.Immediate le implicazioni di politica economica di una simile conclusione.Come reagire a fronte di un quadro così preoccupante? Su quali strategie bisogna puntare per cercare di recuperare il gap tra Sud e Nord d’Italiain relazione all’attrazione degli investitori stranieri? Secondo l’autore dello studio compensare gli svantaggi localizzativi attraverso gli incentivi di tipo economico può essere insufficiente:«Se gli incentivi economici si trasformano poi in sussidi assistenziali,essi possono frenare, piuttosto che favorire la crescita economica. I dati — aggiunge Daniele — mostrano come il tasso di crescita del Sud sia aumentato,superando quello del resto del Paese, proprio quando la politica economica di tipo assistenziale è cessata ed è stata sostituita da interventi diretti a migliorare le condizioni di contesto dei singoli territori. In particolare,la recente crescita meridionale è stata sostenuta da un miglioramento della produttività totale dei fattori,ovvero da un recupero d’efficienza. Si può mettere in campo qualsiasi genere di incentivo—conclude l’economista—ma se non si lavora seriamente per eliminare gli svantaggi competitivi di fondo l’economia ne trarrà modesti benefici. A chi investe va garantita la tutela di beni pubblici fondamentali come le infrastrutture e la certezza dei diritti di proprietà,che in altri termini significa sicurezza».

Chiara Marasca

(tratto dall'inserto CorrierEconomia del Mezzoggiorno del Corriere della Sera)

venerdì, novembre 25, 2005

La puzza dei rifiuti e quella morte che non interessa più...

Rifiuti Rifiuti e ancora Rifiuti, è anche di questo che si alimenta la 'ndrangheta, non solo d’appalti e omertà. I rifiuti, qualsiasi tipo, tossici, nucleari, il loro traffico è pane per gli uomini della 'ndrangheta, e non lo dicono solo le migliaia di pagine di articoli scritti da bravi giornalisti come Riccardo Bocca o altri, ma anche migliaia di documenti depositate in tantissime procure d'Italia e anche quelli della commissione bicamerale d'inchiesta sul traffico dei rifiuti.

La Calabria ne ha visti di rifiuti, il più noto è forse il mercantile Rosso naufragato a largo delle coste calabresi, ma anche la Locride ha i suoi bei rifiuti. L'ho già riportato varie volte ma nessuno se lo ricorda, quindi ve lo ridico...

Questa è una parte, la più indicativa:(per l'intera audizione del Col. Torre clicca qui)

DONATO PIGLIONICA. Colonnello, lei ci ha detto che si è partiti dal traffico di rifiuti che dalla Campania andavano verso la Calabria e probabilmente venivano usati per i sottofondi stradali.
IVANO TORE.
Non per i sottofondi. Nella Locride, e in particolare nella zona di Mammola, c'erano dei cantieri aperti. Questi camion viaggiavano di notte, coperti da teloni, entravano nei cantieri... Dovrebbero avere il registro di entrata e di uscita, del carico, ma se uno controlla... Abbiamo scoperto qualche sito abbandonato a cielo aperto perché siamo stati fortunati, ma gli altri non li abbiamo individuati. Quindi, riteniamo che le ruspe necessarie per i cantieri servivano anche per questi scopi, cioè coprire immediatamente la discarica di questi rifiuti.
DONATO PIGLIONICA. Rifiuti solidi urbani o rifiuti speciali?
IVANO TORE. Quelli che abbiamo individuato erano rifiuti solidi urbani, probabilmente quelli non individuati - il «probabilmente» è d'obbligo - erano rifiuti speciali, di questo si parlava, di tipo ospedaliero eccetera.

E questa è solo una delle tante deposizioni davanti la Commissione d'Inchiesta sui Rifiuti





Poi permettetemi di ricordarvi di Lei, Ilaria Alpi, la giornalista uccisa a Mogadiscio il 20 marzo 1994, della sua "strana" morte, della sua inchiesta sul traffico dei rifiuti tossici verso quelle sponde dell’Africa. La commissione d'inchiesta sulla Sua morte e quella dell'operatore Miran Hrovatin presieduta da Carlo Taormina è giunta alla conclusione che si è trattato di un tentativo di sequestro finito in tragedia (anche se alquanto contrariati dalle conclusioni Rosi Bindi e gli altri componenti del centro sinistra il vicepresidente Raffaello De Brasi e Carmen Motta).
Come se non bastasse arriva anche la minaccia del presidente della "Commissione parlamentare d'Inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin", on. Carlo Taormina, di denunciare per diffamazione a Giorgio e Luciana Alpi, genitori di Ilaria, con l'unica colpa di aver "osato" criticare modi e procedure imposte dal presidente alla Commissione. E' nato anche un Blog (http://osservatorioalpihrovatin.blogspot.com/) che vuol essere un luogo di incontro e di discussione per non far diminuire l'attenzione sulla morte dei due giornalisti e sui mandanti che quella morte hanno voluto, dove è possibile firmare l'Appello di solidarietà a questi due genitori che da anni lottano tenacemente per la verità sulla morte della propria figlia.
Il Mio invito è a firmarlo tutti....

Pensiamo anche al Resto del Mondo...

Fallujah 8-9 Novembre 2004 - Bombardamento al fosforo

I bombardamenti con l'uso del fosforo bianco



E SE UN GIORNO TOCCASSE A NOI PIANGERE...?? SE UN GIORNO FOSSERO I NOSTRI DI BAMBINI, DI GENITORI, DI MARITI, DI MOGLI???....allora con chi dovremmo arrabbiarci?..non avrebbe molto senso, visto che noi abbiamo appoggiato questa guerra, e i bombardamenti ...(o meglio l'Italia ha appoggiato questa guerra) e non abbiamo cmq fatto abbastanza per evitarla...e ciò vale per tutte le altre guerre dettate solo da interessi economici che ci sono nel mondo....!!
Sono tante le ingiustizie, tante le guerre civili ingiuste che insanguinano il mondo...ma perchè non siamo andati a portare la "democrazia" in Sierra Leone....o nel Congo, o ad aiutare i profughi del Darfour!!...Forse perchè quelle guerre, quelle dittature, quelle situazioni, ci fanno comodo, non è vero!!??? ....


RAGAZZI SVEGLIAMOCI ....ci stanno usando e stanno anche uccidendo persone innocenti!!!

mercoledì, novembre 23, 2005

COME SEMPRE....ULTIMI!

Puntuale come un orologio svizzero, anche quest’anno, è arrivata l’indagine di Legambiente e del Sole 24Ore, basata su 26 gruppi di indicatori (smog, rifiuti, traffico, trasporti, verde urbano, acqua, depurazione solo per citarne alcuni), atta ad evidenziare la città con la migliore qualità ambientale tra i 103 capoluoghi di provincia. La medaglia d’oro nel 2005 è andata alla città di Mantova, che succede cronologicamente a Lecco, mentre la maglia nera anche quest'anno, purtroppo, va ad una città calabrese, infatti dopo Reggio Calabria tocca a Vibo Valenentia occupare l'ultima posizione. Dal rapporto, purtroppo, si evidenzia una triste realtà per il meridione che occupa quasi prevalentemente le ultime posizioni, anche se ad onor del vero c’è da mettere in risalto la presenza nelle prime posizioni di alcune città come Matera, Macerata, Cosenza e Avellino, anche se sono le sole a ricoprire posti primari. Sinceramente ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, ma noi poveri sognatori non riusciamo a capire come mai città, che per bellezze paesaggistiche, aria, mare, non hanno niente da invidiare a nessuna città del nord, si ritrovano sistematicamente ogni hanno nelle ultime posizioni. Non vorremmo prendercela sempre con le Istituzioni, ma quando poi ci si trova a confrontare i dati, è evidente che le colpe maggiori le si riscontrano nella pochezza delle politiche di sviluppo intraprese dalla nostra classe dirigente, gli indicatori stanno lì a testimoniarlo, se i trasporti, i rifiuti, la depurazione, lo smog, sono problemi annali irrisolti, la colpa non può essere attribuita di certo ai cittadini, o forse si, visto che i rappresentanti politici li eleggiamo noi, ma “tanto è sempre la stessa minestra, destra o sinistra ognuno pensa a se e il risultato resterebbe sempre lo stesso!”, direbbe un vecchio saggio. Noi continuiamo a credere che questi rapporti servano a qualcosa, e chi di competenza provi un pò di invidia nei confronti di quei colleghi che sistematicamente, ogni anno, occupano le prime posizioni in queste classifiche, ed inizino ad occuparsi con maggiori attenzioni dei problemi e delle esigenze della popolazione. Qualcuno veramente crede che chi vive in posti come quelli della foto deve invidiare Mantova?
Sarò un sognatore ma credo che con un pò di buona volontà si possa ribaltare questa classifica che ci vede inesorabilmente ultimi.


ecosistema urbano2006 dossier completo

martedì, novembre 22, 2005

MIGLIAIA DI FIACCOLE CONTRO I CLAN


LOCRI. "In Calabria, come in tutta Italia, al Sud come al Nord del nostro Paese, il nostro impegno sarà per una lotta senza se e senza ma contro tutte le criminalità". Lo ha detto Romano Prodi chiudendo ieri sera in Piazza dei Martiri, a Locri, la fiaccolata contro la 'ndranghita e per lo sviluppo e la legalità. "Qui oggi affermiamo con convinzione, ha detto Prodi, che lo Stato, il Governo, le Istituzioni, le autorità saranno un fronte unico. Un fronte forte e inflessibile, che unira le sue forze alla straordinaria forza che la società civile sta esprimendo. Qui e oggi, in nome della giustizia e della legalità - ha detto ancora Prodi - dichiariamo guerra alla criminalità organizzata". In 15 mila hanno raccolto l'invito dei segretari dei partiti dell' Unione, scendendo in strada e illuminando le strade di Locri con oltre quattromila fiaccole, tutte quelle che gli organizzatori sono riusciti a reperire in giro per la Calabria. Il corteo, partito dal Comune si è snodato per le strade della cittadina jonica per concludersi in Piazza dei Martiri, dove Prodi, attorniato dai segretari dei partiti dell' Unione, ha concluso l' iniziativa.

FONTE:ilgiornldicalabria.it

venerdì, novembre 18, 2005

....ED ORA SI BALLA!!!


La voce circolava ormai da giorni ma finalmente è arrivata la notizia ufficiale, come si potrà leggere di seguito nell'articolo de Il Quotidiano della Calabria, ad iniziare, si spera nel migliore dei modi, il nuovo anno, sarà Jovanotti, con due concerti che si terranno la notte di San Silvestro a Cosenza e il primo giorno dell'anno a Locri.
Conosciuto negli ultimi anni, quasi più per il suo impegno sociale che per le sue canzoni, il cantante toscano non si è lasciato scappare, neanche questa volta, la possibilità di poter portare della solidarietà dedicando persino la canzone "Mi fido di te", tratta dal suo ultimo album, ai ragazzi della locride, forse solo un piccolo gesto, ma molto forte per chi per anni si è sempre sentito da solo.


Capodanno in piazza
Arriva Jovanotti

Franco Battiato, Lucio Dalla, Roy Paci, Irene Grandi, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti. Cos'hanno questi artisti in comune? Probabilmente molte cose, ma da ieri un particolare in più. Hanno tutti suonato per il capodanno in piazza a Cosenza. Avete capito bene, lo spiffero di oggi è davvero esplosivo. Sarà Jovanotti ad unirsi ai cosentini per salutare il Capodanno 2006.L'accordo fra Palazzo dei Bruzi e il management dell'artista di Cortona è stato chiuso proprio ieri, grazie anche alla presenza di Lorenzo a Reggio Calabria in occasione del suo concerto al PalaPentimele. Ma le novità non sono finite qui. Palazzo dei Bruzi ha infatti chiesto a Jovanotti di tenere due concerti: uno a Capodanno, in città ed un secondo, il pomeriggio del primo gennaio, a Locri. Questo concerto, su proposta del sindaco, Eva Catizone, sarà offerto gratuitamente dall'artista che da sempre accompagna le sue sperimentazioni musicali all'impegno sociale. Jovanotti si è detto entusiasta di portare anche lui il suo piccolo contributo ai ragazzi di Locri, per esortarli a continuare a lottare contro la 'ndrangheta e affinché non si spengano i riflettori su una terra che ha bisogno prima di tutto della cultura per non arrendersi all'anticultura della mafia.
Fonte: Il Quotidiano della Calabria 15/11/05

giovedì, novembre 17, 2005

Pace, Giustizia e Legalità, in Calabria (comunicato stampa)

Comunicato stampa dal sito ufficiale del Movimento nazionale nonviolento Italia - Con preghiera di diffusione e di pubblicazione sul v.s. sito/portale. Grazie!

Pace, Giustizia e Legalità, in Calabria PDF Stampa E-mail



18 Dicembre a Cetraro (Cosenza)

IL CENTRO STUDI E RICERCHE PER LO SVILUPPO DELLA CULTURA DI PACE FONDAZIONE GIANFRANCESCO SERIO, invita al Convegno:

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“ PACE GIUSTIZIA LEGALITA’ NEI CUORI

CON : ” AGNESE GINOCCHIO
Cantautrice per la Pace , la Nonviolenza ,la Legalità e i Diritti umani ( membro di Pax Christi e di Libera-Ce )
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Cetraro - Colonia San Benedetto-18 dicembre 2005
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Programma
ore 9,00 Arrivi e accoglienza nella Colonia a cura degli scout di Cetraro
ore 9,30 Marcia per la Pace e la Giustizia per le vie di Cetraro Marina(CS).

Salone della Colonia
ore 10,30 Introduce e coordina Don Ennio Stamile, direttore Caritas diocesana
Saluto dei Sindaci aderenti all’incontro e delle autorità presenti.
ore 11,00 Relazione di S. E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri-Gerace
ore 11,30 Intervento di Manfredi Borsellino, Commissario di Polizia, Palermo
ore 12,00 Intervento di Don Giovanni Mazzillo, teologo della pace.
ore 12,30 Intervento del dott. Giuseppe D’Alitto, Presidente del Tribunale di Paola
Dibattito
Conclude S.E. Mons. Domenico Crusco, Vescovo di S. Marco A.- Scalea
ore 13,30 Colazione a sacco nei locali della Colonia

Coordina Maria Carmela Aragona

ore 14,30 Intervento di Salvatore Ielpa, Vicepresidente Nazionale della FUCI
Incontri di amicizia, recitazioni di poesie, musica, canti, balli sul tema
PACE GIUSTIZIA LEGALITA’ NEI CUORI
ore 15,00 -AGNESE IN CONCERTO-
ore 18,00 S. Messa presieduta da S. E. Monsignor Domenico Crusco
ore 19,00 Conclusione dell’incontro

Finalità principale dell’iniziativa è l’incontro tra gli operatori di pace e i tanti che vogliono la pace nel nostro territorio e nel mondo. In questo contesto la fondazione “Gianfrancesco Serio”-nata per offrire collegamento e operatività in questo settore culturale, dopo 28 anni di attività nel territorio- chiede un tuo aiuto per conti-nuare a svolgere le sue attività di prevenzione della violenza, della corruzione, della cultura di morte diffon-dendo quella della speranza … Dotata di personalità giuridica, socia di Libera, dell’Associazione Pedagogica Italiana, dell’Associazione per la riduzione del debito pubblico, riconosciuta dalla C.E.I., la fondazione è un “Centro di Studi e Ricerche per lo sviluppo della cultura di pace”
Indirizzo: 87028 PRAIA A MARE (Cs) ITALY viale della Libertà, 33 - Per informazioni più dettagliate visita il sito www.shopinwebus.com/fondazione (Email: g.serio@aliceposta.it -telefax 0985.72047 - cellulare 348.5702622); www.agneseginocchio.it e www.puntopace.net

(Note Biografiche sulla fondazione*)

La Fondazione GIANFRANCESCO SERIO ha iniziato la sua attività nel 1977 come Associazione degli amici dell’uomo. Nel 1980, per volontà degli stessi amici, ha assunto l’attuale denominazione per ricordare il terzogenito dei fondatori, Iolanda Maiorana e Giuseppe Serio. Fin dalla nascita, la Comunità degli amici dell’uomo, è stata un centro di dialogo di elevato livello delle culture italiane ed europee, particolarmente in occasione dei suoi 56 seminari di studio di cui 14 internazionali. Dal 1982 pubblica la rivista internazionale di pedagogia “Qualeducazione ” e, dal 1995, il bollettino della Fondazione “Vivere la Nonviolenza ”. Entrambe si rivolgono alle scuole di ogni ordine e grado, a biblioteche regionali e nazionali, alle università, agli assessorati alla cultura, agli i.r.r.e. , alle associazioni culturali, agli studiosi di problemi dell’educazione e agli operatori della cultura di pace.

Cura due collane editoriali: Acta Paedagogica e Pedagogia contemporanea. Svolge numerose iniziative scientifiche ed umanitarie:
Alla prima collaborano filosofi, pedagogisti, scienziati italiani ed europei; alla seconda collaborano pedagogisti e operatori scolastici.
Alla Fondazione viene riconosciuto il merito di aver promosso la costituzione della Comunità scientifica di Praia a Mare in cui si confrontano, soprattutto, le grandi culture italiane (cattolica, laica, marxista) in prospettiva europea e secondo parametri di qualità di elevato livello scientifico (coinvolgendo personalità diverse per la loro formazione culturale e per i criteri metodologici) unite dal comune intento di far star bene l’uomo rispettandone la sua dignità.
La fondazione si propone di promuovere la cultura di pace organizzando e incoraggiando le persone ad agire con le opere e l’esempio per il recupero di coloro che “si servono dei beni dell’uomo per scopi contrastanti con la dignità della persona umana. in particolare, promuove lo sviluppo della cultura morale, dell’educazione dei giovani bisognosi e le iniziative idonee alla diffusione della cultura di pace fra gli uomini” (art.2 dello statuto).
In questi venticinque anni, la fondazione si è impegnata nel l’organizzazione di 14 convegni internazionali di praia a mare; di 41 convegni nazionali e seminari di studio per l’aggiornamento professionale di dirigenti e docenti delle scuole di ogni ordine e grado (particolarmente nel campo della prevenzione delle tossicodipendenze, dell’ educazione alla salute, alla nonviolenza e alla legalità).
Inoltre, ha istituito: ” IL PREMIO IMPEGNO PER LA PACE ” , giunto alla XIV edizione e simbolizzato nella POMBA DA PAZ (la Colomba della pace) opera dello scultore italo-brasiliano Calabrone.

Il premio è stato assegnato, in ordine di tempo, a Madre Teresa di Calcutta; all'on.le Rosario Olivo, già assessore regionale della cultura della Calabria; al fisico Antonino Zichichi ; a Mons. Antonio Riboldi , vescovo di Acerra; al Gruppo Abele di Torino; alla Comunità di Sant' Egidio di Roma; alla Sezione italiana dell'UNICEF; alla Conferenza Episcopale Calabra; all' Editrice Pellegrini di Cosenza; alla Comunità il Delfino di Cosenza; ai giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone; al prof. Onorevole Romano Prodi, presidente dei Consiglio dei Ministri, Nelson Mandela e a Oscar Luigi Scalfaro, senatore a vita.

DOCUMENTO dei consigli comunali della Locride...






Il Consiglio Comunale di ………………………, riunito per discutere l’odg “…………………”,

CONSIDERATO

- CHE la situazione dell’ordine pubblico nella Locride e nella Calabria presenta caratteri di assoluta drammaticità, come dimostra per ultimo l’assassinio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno, messo in atto con modalità tali da trasmettere un chiaro messaggio politico;

- CHE questo stato di cose non è nuovo, anche se suscita clamore solo in occasione di fatti che attirano l’attenzione pubblica nazionale, anzi risale a tantissimo tempo addietro e rappresenta la normalità della vita quotidiana dei calabresi, costretti a subire l’arroganza, la violenza, le estorsioni, gli attentati, gli omicidi perpetrati da gente che rappresenta solo un’infima minoranza della popolazione della regione;

- CHE la risposta dello Stato sul terreno della prevenzione e della repressione, nonostante i successi ottenuti e l’impegno delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, è stata sinora del tutto inadeguata, come dimostra il fatto che solo dopo il delitto Fortugno sono stati presi provvedimenti di natura straordinaria;

- CHE l’espansione della mafia è stata resa possibile anche dalla debolezza del tessuto sociale e della struttura economica della Calabria, incapaci di offrire a tutti i cittadini prospettive di lavoro produttivo e di promozione sociale e civile;

- CHE le carenze dunque del contrasto alla mafia sia sul terreno dell’ordine pubblico sia su quello dello sviluppo economico e sociale hanno permesso alle organizzazioni criminali di inserirsi in molte delle attività e delle strutture presenti sul territorio e di lanciare allo Stato la sfida per il controllo complessivo del territorio medesimo;

- CHE tutto questo rappresenta una lesione grave della sovranità dello Stato e della libertà dei cittadini, beni che sono per loro natura indivisibili e devono essere pienamente assicurati su tutto il territorio nazionale, da Milano alla Sicilia;

- CHE questo processo di espropriazione dello Stato e della democrazia rischia di raggiungere il punto di non ritorno e che dunque la questione mafiosa non riguarda solo i calabresi e i meridionali ma tutti gli italiani e il futuro stesso del nostro Paese.

PRENDE ATTO

- CHE il Ministro dell’Interno con l’invio del Prefetto De Sena, munito di poteri straordinari, e col rafforzamento dell’apparato di indagine e di repressione nella Locride, ha adottato provvedimenti che vanno nella direzione giusta;

- CHE la questione Calabria è finalmente all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale.

AUSPICA

- CHE l’azione di contrasto non venga ridotta, come è successo spesso nel passato, appena i riflettori accesi sulla Locride e sulla Calabria cominceranno a spegnersi e che dunque essa continui ad essere sempre, in ogni circostanza, all’altezza della capacità offensiva della mafia;

- CHE un analogo rafforzamento riguardi le strutture giudiziarie, anch’esse palesemente inadeguate, per ragioni diverse, a rappresentare il baluardo fondamentale contro la minaccia mafiosa;

- CHE l’azione di contrasto alla mafia da chiunque svolta sia rigorosa ma nello stesso tempo mirata e tale da tutelare l’onorabilità delle persone oneste;

- CHE il Governo, il Parlamento, le forze politiche e sociali acquistino finalmente la consapevolezza che la lotta alla mafia non potrà essere vinta se contemporaneamente a misure più efficaci sul terreno dell’ordine pubblico non si avvia un processo di rinascita economica e civile della Calabria e delle altre regioni del Mezzogiorno; che cioè la questione criminale è parte della più generale Questione Calabrese e Questione Meridionale scomparse dall’agenda politica nazionale ma sempre presenti e vive nella realtà del Paese; che dunque la Calabria e il Mezzogiorno non possano essere considerati alla stregua di tutte le altre regioni italiane ma devono costituire una priorità assoluta della politica del nostro Paese;

- CHE la politica e le istituzioni calabresi avviino da subito un grande processo di rinnovamento che non può non avere al suo centro un progetto di vera e propria rifondazione dell’istituto regionale, il quale deve essere parte della soluzione e non parte dei problemi che affliggono la Calabria; questo rinnovamento, di natura essenzialmente etica e che pone come scopo della politica e delle istituzioni la tutela dell’interesse collettivo e non di quello personale o particolare, è una precondizione sia per lo sviluppo economico e sociale sia anche per una più efficace lotta alla mafia; quest’ultima infatti allarga tanto più l’area del proprio consenso quanto meno credibili sono la politica e le istituzioni; in altre parole non è possibile combattere la criminalità se nel contempo non si combattono la corruzione, il clientelismo, il privilegio dato all’appartenenza anziché ai meriti delle persone.

RINGRAZIA

- il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per l’attenzione dimostrata nei confronti della Calabria, per la sua presenza tra di noi in un momento di grande difficoltà per la nostra regione e soprattutto per la sua infaticabile azione a favore di una reale unità dell’Italia;

- il sindaco di Napoli e i sindaci, amministratori e cittadini delle altre regioni che hanno partecipato alla marcia del 4 novembre o hanno testimoniato la loro vicinanza alla nostra terra;

- i ragazzi della Locride, della Calabria e delle altre regioni che affermando con parole di verità e di coraggio la loro volontà di essere liberi e di costruire il loro futuro hanno mostrato all’Italia e al mondo il volto più bello della Calabria, aprendoci il cuore alla speranza.

SI IMPEGNA

- a sollecitare il Governo e la Regione affinché vengano avviate rapidamente iniziative capaci di dare un segnale forte di svolta e di fare intravedere un futuro diverso dal presente;

- a contribuire affinché questo paese, nonostante le difficoltà oggettive che opprimono le Amministrazioni Comunali della nostra regione, venga governato con la maggiore efficienza e la maggiore trasparenza possibili e nel pieno rispetto della legalità e del principio della uguaglianza di tutti i cittadini.

martedì, novembre 15, 2005

Tappa carovana antimafie a Locri 19/11/2005





I carovanieri rilanciano liniziativa della tappa di carovana a Locri che si terra' il 19 novembre. Il programma della mattinata prevede infatti la partenza della Carovana da via Tevere (incrocio con via Garibaldi), alle ore 09.30, presso la casa della Signora Maria Teresa Correale, vedova di Fortunato Correale, il meccanico ucciso a Locri il 22 novembre del 1995. Per ricordare i dieci anni dal quel tragico giorno (e per non dimenticare), il coordinamento di Libera-Locride ha voluto che la tappa di Locri partisse proprio dalla casa della Signora Correale. Prima della partenza del corteo ci saranno due brevi testimonianze, quelle di Debora Cartisano e di Stefania Grasso.

Il corteo si spostera' poi fino a Palazzo Nieddu del Rio dove si svolgera' il convegno Continuita' nellimpegno contro le mafie, a voler sottolineare, come detto sopra, la necessita di un quotidiano lavoro di contrasto alle mafie. Introdurra' i lavori il coordinatore di Libera-Locride, Francesco Rigitano. Seguiranno i saluti di Carmine Barbaro, Sindaco di Locri, e di Mons. Giancarlo Maria Bregantini (Vescovo di Locri); quindi gli interventi del Sen. Nando Dalla Chiesa, dell'On. Giuseppe Lumia (componente della Commissione Parlamentare Antimafia), di Lorenzo Frigerio (Referente di Libera per la Lombardia), del Sen. Nuccio Iovene. Le conclusioni dell'iniziativa saranno affidate a Don Luigi Ciotti, Presidente dellassociazione Libera.

I carovanieri vogliono ribadire l'impegno nella lotta alla mafia e la vicinanza ai ragazzi di Locri che si manifestera' oltre che con la partecipazione, anche con la consegna di quaderni che in questo mese sono stati riempiti con messaggi daffetto dai ragazzi incontrati in carovana. Si invitano la societa' civile, le istituzioni, i movimenti politici, i sindacati a partecipare a tale giornata. Si chiede inoltre di mostrare la vicinanza anche esponendo allesterno dei propri uffici, scuole, universit e abitazioni un lenzuolo bianco in segno di solidarieta' e vicinanza ai ragazzi della Locride e a tutti coloro che ogni giorno si adoperano contro la criminalita'a' organizzata.

Carovana internazionale antimafie
I carovanieri
Michele Langella
Miriam Di peri
Angela Russo
Marta Fiore


Per ulteriori informazioni e adesioni
Michele 393 8765140
Miriam 320 8165213
radiarci@libero.it

QUALE FUTURO PER QUESTA TERRA?


A novembre inoltrato, com’è ormai nell’uso comune, il dibattito politico si è incentrato sulla Legge Finanziaria.
La Legge Finanziaria è quella legge che viene emanata ogni fine anno dal Governo e stabilisce l’ammontare delle entrate e delle uscite dello Stato nell’anno successivo, una legge,quindi, che come si può ben capire, acquista un ruolo di primaria importanza nell’economia di un Paese.
A mio modesto parere la legge più difficile da presentare in Parlamento a causa della moltitudine di voci che la compongono, e sinceramente non vorrei mai trovarmi nei panni del Ministro Tremonti e dei suoi collaboratori, che in un periodo di recessione economica stanno cercando di attuare una politica di risparmi e di tagli alla spesa pubblica che sicuramente lascerà più d’uno scontento.
A ragion del vero, però, c’è da dire che coscienziosamente, non sta per essere varata una legge finanziaria cd “elettorale”, malcostume tipicamente italiano nell’anno delle elezioni politiche, giusto per assicurarsi qualche voto in più non curandosi delle bistrattate casse dello Stato che sono segnalate sempre in rosso.
Leggendo il Corriere della Sera del 14 Novembre, però, mi sono imbattuto in articolo di Roberto Bagnoli, che riportava le esternazioni del senatore di Forza Italia Luigi Grillo, il quale affermava la sua perplessità sui tagli imposti da questa legge all’ANAS e ipotizzava che da Gennaio potrebbero essere sospesi i lavori per la Salerno-Reggio Calabria, la Statale 106 Jonica, la Catania-Siracusa e il GRA di Roma.
Non nego che tutto ciò mi ha lasciato quanto meno deluso, tra tutti i tagli che si potrebbero fare proprio quelli sulla Salerno-Reggio Calabria e sulla Statale 106? Possibile mai che quando si parla di rilancio dell’Italia si parte sempre dal Mezzogiorno e poi quando si arriva alla resa dei conti i soldi li si mandano sempre al settentrione? Sinceramente non ne possiamo proprio più di questa ipocrisia, i lavori sulla Salerno-Reggio sono iniziati 30 anni fa e di questo paso ce ne vorranno altri 30 prima di vederli conclusi, per non parlare della SS106 che è stata addirittura voluta da Mussolini (sic!).
Certo, direte voi, sono cose risapute, lo so potrei rispondervi, ma a quanto pare gli unici a non saperlo sono i nostri tanto amati politici che sulle loro belle auto blu (che ovviamente paghiamo noi!), scorazzano su e giù per l’Italia fregandosene della realtà che dobbiamo affrontare noi cittadini del sud ogni giorno sulle nostre strade.
Probabilmente non bastano le decine di incidenti mortali che ogni anno avvengono su queste strade e se avvolte ciò accade per l’imprudenza dei guidatori, nella maggior parte dei casi ciò avviene per la pericolosità delle strade.
Si dice che la legge è uguale per tutti e che non ci sono cittadini di serie A e di serie B, ma io, ed è con delusione che lo dico, mi sento se possibile, di una categoria ancora più inferiore.
Vogliamo dire basta a questi soprusi, vogliamo che venga rilanciato il sud, bisognerebbe destinare delle risorse e migliorare le infrastrutture, certo è difficile, i soldi non ci sono, ma senza volontà non ci saranno mai, ma di certo non è abbandonandoci al nostro crudele destino che si possono risolvere i problemi.
La Città del Sole di Campanella era un sogno forse irrealizzabile, ma vedere la Salerno-Reggio Calabria senza cantieri e la Statale 106 Jonica più sicura e moderna forse è solo un’utopia di chi ama la propria Terra.

sabato, novembre 12, 2005

FINALMENTE....brave Ragazze!...





Alcune Ragazze del Liceo Scientifico Zaleuco hanno scritto un interessantissimo documento, il primo forse privo di frasi fatte, che non proviene da interviste preparate e che intelligentemente non sì è prostituito alla "notorietà" televisiva...

Come ho già avuto modo di dire a mio parere i giovani di Locri si sono sfiancati nelle gare dello share televisivo, nella conta delle colonne dei giornali o del titolo con il carattere più grande, ma non hanno ancora proposto niente!
Bene queste ragazze hanno declinato le offerte di chi a loro chiedeva interviste preconfezionate, non sono rimaste, come molti altri, imbambolati davanti alla camera a ripetere la solita cantilena...

La loro analisi è lucida, seria, priva di facili derive populiste.
Chiedono cose reali, non GRIDANO slogan, chiedono la riservatezza per le loro denunce, chiedono di poter parlare liberamente di progetti CONCRETI, di poter DENUNCIARE.


Brave Ragazze, non Vi siete create un nome ad effetto o un ruolo per andare in Tv, ma avete dimostrato una maturità che troppi non hanno dimostrato in quest’ultimo periodo...
Continuate, come me molti Vi ascolteranno e il mio blog è casa Vostra...

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