“DUE SISTEMI DI POTERE, LA 'NDRANGHETA E LE MASSONERIE DEVIATE”
L’impegno sociale del vescovo GianCarlo Maria Bregantini è sotto gli occhi di tutti, e in ogni occasione le sue parole sono sempre un monito per le Istituzioni locali, e ogni evento è sfruttato nel migliore dei modi per mettere in risalto i mali ed i peccati della nostra Calabria.
Questa volta attraverso la voce di Vincenzo Linarello, delegato per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Locri-Gerace, in occasione dell’incontro “Locri e lotta alla mafia” tenutosi a Bologna per iniziativa del premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, ha evidenziato come "la ‘ndrangheta e le cosche sono strumento di peccato. Come pure la Massoneria deviata, spesso collusa con la mafia. "
Riportiamo alcuni stralci del discorso che ci sembrano più interessanti nella speranza che le parole scalfiscano un po’ tutti noi e ci aiutino a reagire contro il potere della mafia.
“Chi vuole costruire il proprio futuro in Calabria deve per forza confrontarsi con la logica dell’appartenenza, una logica costruita da due sistemi di potere: la ‘ndrangheta e le massonerie deviate”.[…] “Il sistema della ‘ndrangheta si è consolidato negli anni, tanto che oggi molti figli dei boss sono professionisti in carriera e il grande patrimonio mafioso costruito su crimini ed estorsioni viene reinvestito nell’economia legale. Ma c’è anche un altro potere, velato ma fortissimo: quello delle massonerie deviate. Queste due organizzazioni controllano i gangli dell’economia e della politica”. La ricetta per sconfiggere questa piaga che affligge il territorio sta, secondo i giovani mobilitatisi all’indomani dell’omicidio Fortugno, nel “parlare e perseguire una cultura della legalità”. “Abbiamo avuto 23 omicidi in un anno, tutti senza colpevole, e a volte ignorati persino dalla stampa nazionale” […] “La cosa più importante è continuare a parlare. Solo così si possono mettere in evidenza le cose che non vanno in questa nostra terra, bella e maledetta, e che oggi sopravvivono grazie a un muro d’omertà”.[…] “se una persona appartiene ad una cosca non puo' appartenere alla comunita' cristiana. E poiche' la mafia e' una struttura di peccato il mafioso che non si converte e rifiuta il messaggio del Vangelo, come potra' fare da padrino o che senso ha che si sposi in chiesa?”
Questa volta attraverso la voce di Vincenzo Linarello, delegato per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Locri-Gerace, in occasione dell’incontro “Locri e lotta alla mafia” tenutosi a Bologna per iniziativa del premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, ha evidenziato come "la ‘ndrangheta e le cosche sono strumento di peccato. Come pure la Massoneria deviata, spesso collusa con la mafia. "
Riportiamo alcuni stralci del discorso che ci sembrano più interessanti nella speranza che le parole scalfiscano un po’ tutti noi e ci aiutino a reagire contro il potere della mafia.
“Chi vuole costruire il proprio futuro in Calabria deve per forza confrontarsi con la logica dell’appartenenza, una logica costruita da due sistemi di potere: la ‘ndrangheta e le massonerie deviate”.[…] “Il sistema della ‘ndrangheta si è consolidato negli anni, tanto che oggi molti figli dei boss sono professionisti in carriera e il grande patrimonio mafioso costruito su crimini ed estorsioni viene reinvestito nell’economia legale. Ma c’è anche un altro potere, velato ma fortissimo: quello delle massonerie deviate. Queste due organizzazioni controllano i gangli dell’economia e della politica”. La ricetta per sconfiggere questa piaga che affligge il territorio sta, secondo i giovani mobilitatisi all’indomani dell’omicidio Fortugno, nel “parlare e perseguire una cultura della legalità”. “Abbiamo avuto 23 omicidi in un anno, tutti senza colpevole, e a volte ignorati persino dalla stampa nazionale” […] “La cosa più importante è continuare a parlare. Solo così si possono mettere in evidenza le cose che non vanno in questa nostra terra, bella e maledetta, e che oggi sopravvivono grazie a un muro d’omertà”.[…] “se una persona appartiene ad una cosca non puo' appartenere alla comunita' cristiana. E poiche' la mafia e' una struttura di peccato il mafioso che non si converte e rifiuta il messaggio del Vangelo, come potra' fare da padrino o che senso ha che si sposi in chiesa?”
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